Giornalisti precari, Legnini aperto a confronto

4 maggio 2013 | 12:13
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Giornalisti precari, Legnini aperto a confronto

Il sottosegretario all’Editoria Giovanni Legnini è disponibile a fissare un incontro «anche per valutare l’avvio dei lavori della commissione per la valutazione dell’equo compenso nel lavoro giornalistico, previsto dall’articolo 2 della legge n. 233 del 2012».

Lo ha annunciato lo stesso Legnini in una lettera inviata ai giornalisti della Rete “5 euro netti“, che ha organizzato per questa mattina un convegno, in corso in Provincia, a Pescara, su politica e informazione.

Legnini è stato invitato a partecipare ma non ha avuto la possibilità di essere presente, essendo «impegnato proprio oggi nei primi atti da sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega, fra l’altro, all’editoria».

Ha comunque assicurato di essere pronto a fissare un altro incontro. «Naturalmente – scrive nella lettera che è stata resa pubblica all’inizio dei lavori – condivido le vostre istanze di lotta al precariato, di rispetto dei diritti essenziali per un’attività professionale libera da condizionamenti e pienamente espressiva della libertà di informazione».

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“5EURONETTI” – la rete dei freelance e precari dell’informazione abruzzese – ha proposto ai parlamentari eletti in Abruzzo una piattaforma programmatica per la riforma della professione giornalistica.

L’iniziativa è avvenuta nel corso della manifestazione sul tema “Corto circuito. Politica e informazione, equilibri precari”, in corso a Pescara. Al confronto stanno partecipando Gianluca Vacca (M5S), Antonio Castricone (Pd), Giulio Sottanelli (Scelta Civica), Gianni Melilla (Sel) e Paola Pelino (Pd).

Per “5EURONETTI” occorre rendere obbligatoria l’assunzione di giornalisti negli uffici stampa pubblici con contratti di tipo giornalistico, verificando puntualmente l’applicazione della legge 150/2000, da riformare in senso restrittivo anche per i portavoce che, se pagati dall’ente pubblico, siano scelti, sempre a discrezione dell’organo politico, ma tra i giornalisti.

C’è poi la riforma della legge sull’equo compenso: occorre introdurre il concetto di “minimo salariale”, per impedire la sostanziale inapplicazione della legge 233/2012 nelle redazioni delle testate che non usufruiscono dei contributi statali, facendo riferimento alle previsioni economiche dei contratti giornalistici.

L’accesso alla professione giornalistica sia libero e passi, come per le altre professioni, attraverso un percorso universitario garantito dallo Stato e non gestito dall’Ordine dei Giornalisti che dovrà mantenere, similmente agli altri Ordini professionali, solo i compiti di tenuta dell’albo e di disciplina, secondo i dettami della riforma del 2012.

Altra proposta l’abolizione dell’elenco dei pubblicisti e percorso di riconoscimento del diritto a sostenere l’esame professionale ai pubblicisti che svolgono l’attività in via esclusiva.

Cancellazione dall’albo di tutti gli iscritti che non esercitano la professione, indipendentemente dall’anzianità di iscrizione.

Programma di formazione permanente gratuita e garantita per tutti i giornalisti.

Dopo l’abolizione dell’elenco pubblicisti, garantire una sorta di “elenco-parcheggio” per i giornalisti professionisti che assumono altri incarichi o altri lavori non giornalistici.