
Al via il corteo degli storici d’arte per le vie del centro storico dell’Aquila. «E’ il primo nostro corteo nella storia della Repubblica italiana – ha detto l’ideatore dell’iniziativa, Tomaso Montanari che guida la manifestazione – qui è l’Italia, L’Aquila non è solo una questione dell’Abruzzo, è una questione nazionale».
A sfilare tra i 500 critici d’arte, sfidando una pioggia battente, il ministro dei Beni Culturali, Massimo Bray.
«Questi sono luoghi feriti in profondità. Sono colpito e turbato». Ha detto il Ministro dei Beni Culturali, Massimo Bray. «Queste comunità sono state private della loro storia, dei loro luoghi e delle tracce della loro memoria», ha proseguito il ministro, che ha voluto anche camminare da solo tra le vie del centro storico segnate da cantieri e puntellamenti. Rispondendo a una domanda sulla ricostruzione ferma dopo quattro anni dal 6 aprile 2009 il ministro ha risposto: «troppo facile dire ‘faremo di tutto’. Sto cercando di capire per farmi un’idea. Mi sembra che il ministero abbia competenze e risorse di grandissima qualità».
L’Aquila «rischiava ed è ancora una nuova Pompei. Bisogna evitare che diventi solo una Disneyland», ha detto lo storico d’arte Salvatore Settis.
Gli storici dell’arte “intendono scuotere con forza tutte le istituzioni e ogni cittadino italiano. Vogliamo ricordare che non ha paragone al mondo la tragedia di un simile centro monumentale abitato, che ancora giace distrutto, a quattro anni dal terremoto che l’ha devastato, e a quattro anni dalle scelte politiche che l’hanno condannato ad una seconda morte”.
Questo un passaggio del documento sottoscritto dagli storici dell’arte, che hanno sfilato oggi a L’Aquila per un’iniziativa unica nel suo genere, ideata dallo storico Tomaso Montanari.
Gli storici dell’arte pronunciano un secco ‘no’ alla trasformazione de L’Aquila in una Aquilaland. Il documento è stato letto nell’incontro gremito, organizzato nel capoluogo abruzzese nella chiesa di S.Giuseppe Artigiano. Presente il ministro dei Beni culturali, Massimo Bray; tra gli storici, Salvatore Settis e Vittorio Sgarbi.
In particolare, nel documento si sottolinea che “L’Aquila è una tragedia italiana” e “oggi la comunità nazionale e la storia dell’arte è a L’Aquila per dire che il centro è un unico monumento di assoluto valore culturale, che appartiene alla nazione, e che ora la nazione deve essere al servizio de L’Aquila”. “La ricostruzione della città di pietre – scrivono ancora nel documento – non basta. Per questo la nostra giornata è intitolata alla ricostruzione civile”.
Quattro i punti qualificanti delle richieste degli storici dell’arte: il restauro del centro monumentale de L’Aquila sia prima urgenza della politica nazionale e il flusso del finanziamento sia costante; L’Aquila risorga com’era e dov’era; si rinunci ad ogni progetto di trasformare L’Aquila in una sorta di Aquilaland, cioé un parco a tema; la ricostruzione si inserisca in una pianificazione urbanistica, governata dalla mano pubblica e non deviata da interessi privati.
Tra i promotori dell’iniziativa l’associazione Italia Nostra.