E’ morto Giulio Andreotti

6 maggio 2013 | 13:32
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E’ morto Giulio Andreotti

Giulio Andreotti è morto nella sua abitazione nel centro di Roma. Aveva 94 anni.

E’ stato uno dei principali esponenti della Democrazia Cristiana, protagonista della vita politica italiana per tutta la seconda metà del XX secolo.

E’ stato il 16º, 19º e 28º Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, è stato senatore a vita, ha ricoperto più volte numerosi incarichi di governo: sette volte Presidente del Consiglio (tra cui il governo di “solidarietà nazionale” durante il rapimento di Aldo Moro (1978-1979), con l’astensione del Partito Comunista Italiano, e il governo della “non-sfiducia” (1976-1977), con la prima donna-ministro, Tina Anselmi, al dicastero del Lavoro); otto volte ministro della Difesa; cinque volte ministro degli Esteri; tre volte ministro delle Partecipazioni Statali; due volte ministro delle Finanze, ministro del Bilancio e ministro dell’Industria; una volta ministro del Tesoro, ministro dell’Interno (il più giovane della storia repubblicana, a soli trentaquattro anni), ministro dei beni culturali (ad interim) e ministro delle Politiche Comunitarie.

E’ sempre stato presente dal 1945 in poi nelle assemblee legislative italiane: dalla Consulta Nazionale all’Assemblea costituente, e poi nel Parlamento italiano dal 1948, come deputato fino al 1991 e successivamente come senatore a vita.

E’ stato Presidente della Casa di Dante in Roma.

Il 2 maggio 2003 è stato giudicato per concorso esterno in associazione mafiosa dalla Corte d’Appello di Palermo, la quale lo ha assolto per i fatti successivi al 1980 e ha dichiarato il non luogo a procedere per i fatti anteriori. Era stato assolto in primo grado, il 23 ottobre 1999. Nell’ultimo grado di giudizio, la II sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di appello, richiamando il concetto di “concreta collaborazione” con esponenti di spicco di Cosa Nostra fino alla primavera del 1980, presente nel dispositivo di appello. Il reato “ravvisabile” non era però più perseguibile per sopravvenuta prescrizione e quindi si è dichiarato il “non luogo a procedere” nei confronti di Andreotti.

LE REAZIONI

NAZARIO PAGANO – «Con la morte di Giulio Andreotti scompare un autorevole protagonista della nascita della Repubblica italiana. E’ stato uno statista vero e pragmatico, che ha costruito la storia politica e istituzionale del nostro Paese – cosi’ il presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo nel messaggio inviato per la morte del senatore a vita -. Andreotti ha avuto un forte legame con l’Abruzzo: ricordo le sue partecipazioni alle iniziative del mondo universitario e cattolico della nostra regione, spinto anche dall’amicizia con l’ex arcivescovo di Chieti-Vasto, Vincenzo Fagiolo. In particolare – ricorda ancora Pagano – Andreotti era affascinato dall’immagine sacra del Volto Santo di Manoppello. In questo triste momento – conclude Pagano – desidero esprimere alla famiglia il mio cordoglio personale e dell’Assemblea regionale abruzzese».

CESIM – Il Cesim, Centro studi italiani nel mondo “Lorenzo Natali”, «riconoscente per i sentimenti di stima da lui espressi alla ripresa dell’attività agli inizi dell’anno 2012, e soprattutto per le parole di lode che volle dedicare all’operosità degli abruzzesi sparsi nel mondo, si associa al dolore della famiglia, del Senato della Repubblica e di tutti quelli che riconoscono al senatore Giulio Andreotti, scomparso oggi, grandi meriti nella determinazione della storia del novecento». Così il presidente del Cesim, Romeo Ricciuti, che, come si legge in una nota del Cesim «è stato legato al senatore Andreotti da antica amicizia e da intensa collaborazione politica e parlamentare».

«Più volte – prosegue la nota – l’onorevole Ricciuti fu incaricato dal senatore Andreotti di organizzare e preparare incontri istituzionali anche all’estero in particolare presso le sedi della Comunità Europea, quando vice presidente della CEE era l’onorevole Lorenzo Natali. Anche Lorenzo Natali era legato da fraterna amicizia al grande statista appena scomparso. Infatti il compiacimento di Andreotti nei confronti del Cesim riguardò anche la sua intitolazione a Lorenzo Natali “rendendo così omaggio, – disse – all’autore dello sviluppo programmato dell’Abruzzo”».

«Dal punto di vista politico – si legge ancora nella nota del Cesim – Romeo Ricciuti ha sottolineato che il senatore Andreotti fu un illuminato protagonista della Dc, che guidò i governi di solidarietà nazionale, alla fine degli anni settanta, con l’appoggio esterno del Pci. A quella esperienza seguì il periodo delle grandi intese, di cui fu espressione essenziale la Giunta regionale dell’Abruzzo, che nel 1977 fu presieduta da Romeo Ricciuti».