Mia Casa d’Abruzzo protesta contro il Consiglio regionale

«Protesto con tutte le mie forze contro il Consiglio Regionale, chiedo la convocazione urgente della Commissione speciale per la ricostruzione post-terremoto e l’audizione delle istituzioni locali interessate, associazioni, comitati e soggetti attuatori. Mi appello, e ne chiedo l’intervento e l’aiuto, agli organi di vigilanza e di controllo della Regione Abruzzo». A dichiararlo Pio Rapagnà.
«Per questo – continua l’ex parlamentare – e per l’ennesima volta nei 4 anni trascorsi dagli eventi sismici, a nome del Mia Casa d’Abruzzo e delle migliaia di famiglie ancora sfollate e senza casa, “imploro e sollecito” tutti i Consiglieri regionali abruzzesi, di maggioranza e di opposizione, affinchè procedano all’esame e all’approvazione di una “Legge Regionale Ad hoc”, per “promuovere e accompagnare” senza ulteriori ritardi la ricostruzione e messa in sicurezza antisismica del patrimonio abitativo pubblico e privato».
«Infatti – sottolinea Rapagnà – così come stabilito dall’Articolo 1, Comma 1, della Legge Finanziaria Regionale n. 6 del 30 aprile 2009, la Regione Abruzzo, in collaborazione con lo Stato, con le Regioni, con le Province, con i Comuni, con gli Organismi internazionali, con l’Unione europea, con tutti gli enti pubblici e privati interessati ha il compito e la responsabilità di promuovere, d’intesa con il Comune e con la Provincia dell’Aquila, con i Comuni terremotati, con le Province abruzzesi, la ricostruzione di tutte le zone distrutte e colpite dal sisma del 6 aprile 2009».
«In tale circostanza – continua Rapagnà – la Commissione Speciale regionale per la ricostruzione post-terremoto, istituita dal Consiglio regionale il 19 ottobre 2010, oltre che monitorare il processo di ricostruzione abitativo/infrastrutturale, sociale, culturale, economico e produttivo, ha tra l’altro l’importante compito di elaborare e proporre, di concerto con le istituzioni locali, gli ordini professionali, i comitati cittadini e le associazioni di categoria, specifici provvedimenti di legge al Consiglio regionale e atti amministrativi alla Giunta regionale, e quello di definire una strategia condivisa per la ricostruzione, di concerto con le istituzioni comunali e provinciali interessate, nonché dei comitati cittadini maggiormente rappresentativi».
«Il Consiglio regionale – conclude l’ex parlamentare – e la attuale classe politica abruzzese, non possono più continuare a “fuggire davanti al terremoto”, a non assumersi fino in fondo le proprie responsabilità e a non fare fronte comune rispetto al proprio dovere legislativo e amministrativo, poiché diversamente si verificherebbe in Abruzzo, per la prima volta dalla istituzione della Regione, un vero e proprio atto di “tradimento e fellonia” nei confronti dei cittadini duramente colpiti dal terremoto e ancora a rischio».