Non capitozziamo gli alberi

8 maggio 2013 | 18:04
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Non capitozziamo gli alberi

di Raffaele Accili*

Da qualche tempo capita sempre più spesso di assistere, lungo le strade e nei parchi e giardini, a vere e proprie capitozzature di alberi.

Nonostante siano trascorsi più di 25 anni da quando Alex Shigo ha enunciato i principi fondamentali della moderna arboricoltura, ormai universalmente riconosciuti ed accettati da tutti gli addetti ai lavori, si continua in questa tecnica di potatura scellerata e assolutamente pericolosa per la futura sopravvivenza della pianta.

La capitozzatura, ossia il taglio indiscriminato di branche e rami principali, contrariamente a quanto molti ancora ritengono, non solo non riduce la potenziale pericolosità dell’albero ma, paradossalmente, rende la pianta ancor più pericolosa.

Questo tipo di taglio lascia infatti il tronco e le branche principali più vulnerabili a marciumi e attacchi parassitari; i nuovi rami, che avranno origine da gemme ibernanti o avventizie, saranno generalmente più deboli.

L’albero perde il suo portamento naturale e quindi la sua funzione ornamentale, vengono compromesse le sue funzioni vitali e finisce con il deperire anzitempo.

Non è un caso se molti Regolamenti Comunali per il Verde vietano la capitozzatura degli alberi.

Quindi per ridurre l’altezza di un albero o quando lo stesso è diventato troppo ingombrante in relazione al sito in cui è stato (erroneamente) posto a dimora è buona norma ricorrere alla potatura con la tecnica del “taglio di ritorno” come ben sa ogni bravo giardiniere.

[i]*Consulente Ambientale-Agronomo[/i]