
Il governo ha assicurato al sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, attenzioni e invio di fondi per avviare a regime il processo di ricostruzione e ha invitato il primo cittadino a riprendere la fascia tricolore e a ripristinare le bandiere nelle sedi comunali, e quindi a porre fine alla clamorosa protesta iniziata lunedì per la quale il prefetto dell’Aquila, Francesco Alecci, ha emesso un decreto intimando al sindaco il ritorno alla normalità pena la rimozione dall’incarico. Il sindaco si è presa una pausa di riflessione.
E’ quanto é emerso da fonti comunali sull’incontro avuto dal primo cittadino aquilano con alcuni componenti del governo tra cui i sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini e Patroni Griffi.
Il sindaco ha poi incontrato il vice ministro all’Interno Bubbico per la questione delle macerie, uno dei problemi irrisolti che blocca la ricostruzione, ma nel colloquio – secondo quanto si apprende – potrebbe essere stato affrontato anche il tema del pericolo di rimozione dall’incarico di Cialente, un input e che per il primo cittadino arriva dall’alto.
GOVERNO FA PROMESSE, VEDIAMO – «Mi hanno fatto alcune promesse e le solite rassicurazioni. Riferirò in Consiglio comunale e poi vedremo come si determinerà», ha sottolineato il Primo cittadino subito dopo l’incontro romano.
Cialente non è ancora convinto che quanto ribadito sui tavoli, come l’invio dei fondi, si concretizzerà a breve. «Sto aspettando ancora altre risposte dal governo e poi vedremo», ha chiarito il sindaco, che è tentato ad andare avanti nella clamorosa protesta che segnerebbe uno strappo insanabile.
A riprova dei suoi dubbi, Cialente fornisce dei dati:
«Il 14 aprile scorso le pratiche di ricostruzione pronte erano 1.914, ora sono circa 2.700, da 621 milioni ora ne sono necessari 700. All’Aquila ne arriveranno 600, quindi non si copre tutto il fabbisogno».