Sindaco L’Aquila: «Non torno indietro»

9 maggio 2013 | 17:58
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Sindaco L’Aquila: «Non torno indietro»

«Non torno indietro perché su di me pende un decreto del prefetto dell’Aquila. Quando lo Stato avrà onorato la città dell’Aquila, smetterò con la protesta». Così Massimo Cialente, appena arrivato all’Aquila dopo gli incontri con il Governo, ha risposto alla richiesta di Roma di recedere dalla protesta della riconsegna della fascia e della rimozione delle bandiere che gli sono costate il [url”decreto”]http://ilcapoluogo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=73991&typeb=0&L-Aquila-Prefetto-diffida-Cialente[/url] del prefetto dell’Aquila, Francesco Alecci, che gli ha intimato di tornare indietro pena il sollevamento dalla carica.

«La locomotiva della ricostruzione è partita, ora abbiamo bisogno di carbone – ha spiegato prima di entrare in Consiglio comunale riferendosi ai fondi che devono arrivare da Roma, sui quali «oggi ho ricevuto le solite promesse».

Cialente ha spiegato che i rappresentanti del governo hanno assicurato che i 250 milioni della delibera Cipe del dicembre scorso arriveranno la settimana prossima, del miliardo aggiuntivo da inserire in una norma si parlerà in un tavolo nei prossimi, mentre dovrebbero arrivare anche i 500 milioni di euro promessi da mesi dall’ex ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, inviato del premier per la gestione della ricostruzione.

Prima di entrare in Consiglio Cialente ha bacchettato la classe dirigente aquilana «dove sono i costruttori che mi vengono a chiedere i soldi», e l’ex commissario per la ricostruzione, il presidente della Regione, Gianni Chiodi: «Ha rimandato indietro 500 milioni, noi ne chiediamo un miliardo e mezzo, forse portava sfortuna?».

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TENSIONI IN CONSIGLIO COMUNALE– Ad accogliere Cialente un Consiglio comunale in tensione: i consiglieri dell’opposizione hanno esibito sui loro banchi la bandiera tricolore smontata dalla sede comunale di Villa Gioia, attuale sede municipale.

«Il Governo è arrabbiato con me. Mi ha chiesto di avere fiducia», ha detto il Primo cittadino intervenedo in Aula. «Ho risposto che voglio crederci anche questa volta – ha aggiunto – ma ritengo che dobbiamo vedere cosa succede in una settimana».

«Purtroppo – ha argomentato – è capitato più volte che le promesse dei politici hanno cozzato con quelle dei vertici perché L’Aquila, evidentemente, ha dato fastidio. Vediamo ora cosa succede. Sono convinto, però, che se non partiamo con i cantieri entro giugno, allora la situazione si farà ancora più drammatica».

«Il vice ministro Bubbico – ha aggiunto Cialente – mi ha detto che inserirà L’Aquila nella discussione di un decreto sull’emergenze ambientali ed altre misure urgenti, il cui percorso inizierà la settimana prossima in Senato».

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«COSTRETTI A FARE FORZATURE» – «Mi rendo conto di aver fatto un’altra forzatura, con la protesta delle bandiere e restituendo la fascia tricolore», ha ammesso il Primo cittadino. «Tuttavia, se ci riflettete – ha aggiunto rivolgendosi ai consiglieri comunali – per ottenere qualcosa, ogni volta siamo stati costretti a forzature: il blocco dell’autostrada, le carriole, persino le botte a Roma. Eppure ci siamo fidati sempre».

«Oggi – ha aggiunto il sindaco – mi aspettavo delle scuse dal Governo per la reprimenda del Prefetto. Le scuse non sono arrivate, anzi sono stato pregato di rimettere le bandiere. Aspetto che mi sospendano. Io non torno sui miei passi».

«Riflettendo sul mio gesto di protesta, condiviso con la Giunata comunale – ha continuato Cialente – mi sono chiesto:

dove sono i pezzi importanti della classe dirigente aquilana? Mi sono chiesto: dove sono i costruttori che vengono da me a dire che non ne possono più, che non partono i cantieri? Dove sono la camera di

commercio, i sindacati regionali o la confcommercio che attacca sempre? E’ arrivato il momento di farsi sentire tutti insieme».

Infine Cialente, ritornando sul decreto del Prefetto dell’Aquila Francesco Alecci che ieri ha intimato la sospensione dalla carica Sindaco per aver rimosso le bandiere tricolori, ha commentato: «Dal Prefetto mi sarei aspettato un sostegno più che una reprimenda o la preoccupazione per il turbamento di ragazzi che non vedono più il tricolore a scuola. Piuttosto, il signor Prefetto, che conosce il territorio, dovrebbe sapere che i ragazzi sono turbati perchè vivono nelle case mal fatte di Berlusconi, perchè frequentano scuole di latta, perchè hanno genitori disoccupati, spesso entrambi. Il Comune dell’Aquila si sta facendo carico di tutta questa disperazione, non ultimo pagando i buoni pasto alle famiglie che non possono permettersi, altrimenti, neanche di mandare i figli alla materna».

Il Consiglio comunale, in conclusione della seduta dedicata alla discussione sulle risorse economiche della ricostruzione, ha respinto (8 si, 14 no, 1 astenuto) l’ordine del giorno con il quale si impegnava il sindaco “a ripristinare il Tricolore in tutte le sedi comunali, pur mantenendo – recitava il documento – uno stato di protesta e di richiesta di attenzioni per il territorio, in maniera più consona e sempre nel limite della legalitá. Lo si impegna inoltre a richiedere, con il pieno appoggio del Consiglio, il rifinanziamento immediato della Cassa Depositi e Prestiti e a consultare almeno la conferenza dei capigruppo, i sindaci del cratere e le altre istituzioni del territorio prima di intraprendere, in futuro, altre iniziative di tale impatto mediatico che riguardino la ricostruzione, affinché si possa dimostrare unitá di intenti in queste azioni”.

Il documento richiamava in premessa le recenti iniziative di protesta del primo cittadino e “la necessitá della massima condivisione da parte di tutte le forze politiche e civiche nel combattere una battaglia unitaria al fianco del sindaco nel richiedere certezze di finanziamento e immediatezza nel trasferimento delle risorse”.

L’ordine del giorno era stato presentato dai consiglieri Emanuele Imprudente (L’Aquila Città Aperta), Daniele Ferella (Tutti per L’Aquila), Guido Quintino Liris (Pdl), Enrico Verini (Fli), Alessandro Piccinini (Gruppo misto) e Angelo Mancini (L’Aquila Oggi).