
di Antonella Calcagni
Proprio dinanzi ad un tavolo “apparecchiato” con un enorme Tricolore, Giorgio De Matteis e alcuni esponenti dell’opposizione in Consiglio comunale sono tornati sulla spinosa questione della protesta delle bandiere. Un errore strategico per de Matteis, e soprattutto contraddittorio: «Non si può con una mano chiedere aiuto allo Stato e con l’altra disprezzare il simbolo che lo rappresenta».
Criticati con veemenza i toni forti usati dal sindaco che vanno ad esacerbare il clima teso che si respira in tutto il Paese: «Come si fa a dire che lo Stato dichiara guerra alla città e chiedergli aiuto nello stesso tempo?».
«Catricalà ci disse chiaramente che i soldi non ci sono. Dunque Cialente ha mistificato per spostare l’attenzione dai problemi seri ossia che i soldi non ci sono su altro. Insomma, ci sta prendendo in giro». Poi l’affondo: «Il sindaco non è nelle condizioni psicologiche di gestire la situazione».
De Matteis ha spiegato la sua azione sottotraccia con il governo, da Alfano in giù, che potrebbe essere rovinata dalle [i]boutade[/i] del sindaco.
Più pacati, anzi collaborativi gli altri consiglieri di opposizione: Raffaele Daniele, Udc, traccia una via istituzionale bollando «la non ricostruzione dell’Aquila come atto incostituzionale». Da impugnare dunque il decreto che non prevede risorse sufficienti dinanzi alla corte costituzionale.
Daniele Ferella ricorda la filosofia dell’ordine del giorno bocciato in aula dal Consiglio che non era teso solo a ripristinare le bandiere, ma anche all’avvio di un dialogo nuovo fra maggioranza e opposizione. «Cialente la butta in confusione quando è in diffoltà, sarà ricordato come il peggiore amministratore di questo territorio – aggiunge Alessandro Piccinini – I frutti di ciò che ha raccolto sono sotto gli occhi di tutti. La colpa è sempre di qualcun altro».
«Non c’è ricostruzione senza condivisione» tuona Corrado Ruggeri che riprova a convocare i segretari di tutti i partiti del consiglio, per giovedì prossimo.
«Cialente non ci metta più davanti al fatto compiuto – chiosa Emanuele Imprudente – É lui che si pone contro la città quando fa azioni non concordate. Non è con i gesti eclatanti che si risolvono i problemi. La soluzione è dentro le istituzioni. Chiodi, Cialente e Del Corvo devono fare sistema».