Strage Piatransieri, sopravvissuta scrive al Papa

13 maggio 2013 | 11:21
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Strage Piatransieri, sopravvissuta scrive al Papa

«Mi permetto di scriverLe questa lettera perché in questi giorni, dopo averLa vista in televisione, ho sentito forte il desiderio di condividere con Lei un mio grande auspicio. Mi chiamo Virginia Macarelli, ho 76 anni e mi considero una vera e propria miracolata. Sono l’unica superstite della strage perpetrata dai nazisti il 21 novembre 1943 a Piatransieri una piccola frazione di Roccaraso in provincia dell’Aquila in Abruzzo». Inizia così la lettera che Virginia Macerelli ha scritto a Papa Francesco.

«Mi sono salvata fortunosamente – continua Macerelli – dalle raffiche dei mitra tedeschi. Quel giorno i soldati uccisero 128 persone inermi di cui 60 donne, 34 bambini al di sotto dei 10 anni, e molti vecchi, senza motivazioni documentate, ma per il semplice sospetto che la popolazione civile sostenesse i partigiani. Io dopo le prime scariche di mitra, che falciarono mia mamma e mio papà, finii sotto i loro corpi che mi protessero. Così mi sono salvata, ancora una volta grazie alla protezione dei miei genitori».

«Da anni, non sono più giovane – prosegue Macerelli – ho un sogno nel cassetto: quello di potere incontrare il Papa. So bene Santità dei suoi molteplici impegni e so bene che mai potrà venire a pregare nel santuario dedicato a quelle povere persone, ai miei genitori, ai mie parenti, ma Le chiedo di potere trovare un piccolo spazio per potermi dare l’occasione di salutarLa».

«In un certo senso – conclude Macerreli – mi sento di dire che vorrei portarLe il saluto della mia terra, ma anche con molta umiltà, vorrei attraverso di Lei ricordare all’Italia e al mondo l’assurdità della violenza, della guerra e dell’odio. Sono passati 70 anni da quel giorno in cui la forza cieca della guerra mi ha portato via non solo i miei genitori, ma anche tutto il mio mondo, il mio paese. Immagino che oggi ci siano tanti bambini che, come me, soffrono e perdono le proprie famiglie e da quando sono nonna mi dedico a fare capire ai giovani che la strada delle divisioni, della diffidenza non porta da nessuna parte».