Appello per L’Aquila, «Cialente contro tutti»

14 maggio 2013 | 14:25
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Appello per L’Aquila, «Cialente contro tutti»

«Le ultime azioni del sindaco Massimo Cialente sono la cartina di tornasole della sua concezione della politica e della rappresentanza. Ha deciso da solo di andare allo scontro frontale con lo Stato. Da solo, prima di compiere gesti tanto forti non si è consultato con nessuno: non con gli altri sindaci del cratere, non con la sua giunta e maggioranza, non con il Consiglio comunale e la cittadinanza e nemmeno con i parlamentari del territorio». Lo afferma in una nota il gruppo di Appello per L’Aquila.

«Una sorta di Cialente contro tutti il cui rovescio della medaglia è, purtroppo, un tutti contro L’Aquila – prosegue la nota – perchè la situazione non ha certo facilitato i rapporti con il Governo, prefetto, questore, le burocrazie ministeriali fino ad arrivare al presidente della Repubblica. Tutti indispettiti dall’atteggiamento del sindaco anche se la loro rabbia non può certo competere con quella dei cittadini aquilani esasperati dagli impegni mai mantenuti da tutte le parti in causa, dal Governo centrale fino al Comune».

Secondo Appello per L’Aquila «questi quattro anni hanno dimostrato che le modalità di relazione tenute con i Governi che si sono succeduti e con la Regione, pesantissime responsabilita, non sono state fruttuose altrimenti non ci troveremmo in questa situazione senza risorse e isolati politicamente. La tattica schizzofrenica del ‘un giorno gli consegno un premio, il giorno dopo lo attacco’ evidentemente non paga. Dichiarare guerra ad un Governo appena insediato senza aspettare nemmeno un primo incontro è perlomeno singolare. Vorremmo ricordare che quel Governo è il loro Governo, composto da ministri del Pd, Pdl e Scelta civica e sostenuto da quei gruppi parlamentari. Per questo ci aspettiamo delle azioni forti da parte dei segretari locali dei partiti al governo, dalla riconsegna delle tessere alla chiusura delle sedi cittadine. Visto che di guerra non se ne fa una al giorno che almeno l’obiettivo sia finalmente una legge organica per la ricostruzione con fondi certi e il ritorno al meccanismo della Cassa Deposito e Prestiti. Sono le due condizioni per sperare in una ricostruzione certa e in tempi stabiliti (e finiamola con la storia ‘in 5 anni tutto sara’ ricostruito’, meglio dire la verità ai cittadini che meritano rispetto e devono avere il diritto di poter decidere consapevolmente per le loro vite). Altrimenti ogni anno sarà un’incertezza, ogni intoppo un rimpallo di responsabilità, ogni elargizione un favore».