Smaltimento dei rifiuti, vicenda in Procura

15 maggio 2013 | 06:10
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Smaltimento dei rifiuti, vicenda in Procura

di Antonella Calcagni

L’impianto alla Segen non s’ha da fare. Finisce in Procura la vicenda del sito per il conferimento dei rifiuti. Il sindaco Massimo Cialente, che ieri ha portato il dossier al palazzo di Giustizia, sembra non aver gradito e metabolizzato lo stop, dato nei fatti, dalla Provincia dell’Aquila all’ampliamento della Segen che opera nell’impianto di Sante Marie nella Marsica.

Due milioni di euro destinati al ripristino dell’impianto sono stati dirottati dalla Regione all’ampliamento degli impianti di Cogesa e Aciam. Impianti questi ultimi entrambi privati, mentre quello Segen è formato solo da soggetti pubblici. In principio c’era stata una volontà da parte dell’amministrazione provinciale ad aderire alla richiesta del Comune dell’Aquila (che intendeva entrare nel consorzio Segen) modificando il piano provinciale per i rifiuti, poi però l’ente ha fatto marcia indietro appellandosi al famigerato patto di autosufficienza dei sub-ambiti. Aderendo al Segen, il Comune dell’Aquila avrebbe risparmiato circa un milione l’anno.

«Io accetterei un piano di autosufficienza regionale e provinciale – obietta Cialente – se venissero fissate delle tariffe e si facesse una politica di contenimento. Cogesa e Aciam, soggetti privati, hanno beneficiato già di molti fondi statali, mentre la Segen che è pubblica non ha avuto neanche un euro. Inutile ricordare che uno degli impianti favoriti è molto vicina ad una certa parte politica».

Non è più rinviabile la redazione di un listino regionale per attuare un contenimento dei prezzi di smaltimento. «Perché contrastare i voleri dei comuni – si legge in una nota scritta dai 12 sindaci del Segen alla Provincia –, costringendoli a conferire i rifiuti presso Aciam e Cofgesa?» Eppoi, «nonostante i finanziamenti ottenuti in passato, le tariffa di conferimento alle due società private sono troppo elevate». Sulla questione ha presentato una interrogazione il consigliere regionale Giovanni D’Amico ipotizzando che i Fas possano essere considerati aiuti di stato contro legge visto che si tratta di Spa.