
Sono stati più di 50 mila i terremoti con magnitudo maggiore di 1.6 avvenuti in Italia dal 2000 al 2012: sono riportati nella nuova carta della sismicità pubblicata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).
Il dato evidente, per gli esperti, è che «l’ultimo terremoto forte nel nostro Paese è avvenuto nel 1980 in Irpinia, di magnitudo 6.9». Un periodo di 30 anni senza forti eventi «é un dato che fa riflettere», ha osservato il sismologo Claudio Chiarabba, dell’Ingv. Dalla mappa risulta infatti che nei 13 anni fra il 2000 e il 2012 nessun terremoto «ha avuto magnitudo Richter superiore a 6.0».
Il terremoto dell’Aquila non è considerato, quindi, tra i più forti. La sua intensità viene infatti calcolata in magnitudo locale, ossia come una stima dell’energia sprigionata da un terremoto nel punto in cui è avvenuta la frattura della crosta terrestre; la magnitudo momento , che misura le dimensioni dei terremoti in termini di energia liberata, è stata invece calcolata in 6.3.
Quello dell’Aquila è stato comunque fra i terremoti più intensi avvenuti fra il 2000 e il 2013 – insieme a quelli di San Giuliano di Puglia del 2002 (magnitudo 6.0) e dell’Emilia Romagna del 2012 (magnitudo 5.4) – ma è dal 23 novembre 1980 che in Italia non avvengono terremoti violenti. Pertanto, rileva L’Ingv, «questo rappresenta uno dei periodi più lunghi della storia sismica del nostro Paese senza un forte terremoto».
La carta mostra inoltre che i terremoti avvengono principalmente nella parte superiore della crosta, a profondità minori di 15 chilometri. Nell’Appennino settentrionale e nel Tirreno Meridionale, invece, si osservano terremoti anche a grandi profondità, fino a 600 chilometri.
{{*ExtraImg_135200_ArtImgCenter_453x640_}}