
di Antonella Calcagni
Sulla tavola apparecchiata con la bandiera, Giorgio De Matteis, posa la corposa legge regionale sull’Emilia che ripropone tutti gli strumenti già utilizzati all’Aquila dal piano di ricostruzione agli aggregati.
Ma con una differenza, in Emilia l’emergenza continua in Abruzzo no. In Abruzzo non c’è una legge regionale sul sisma. Immancabile anche in questo caso lo scaricabarile. L’accusa viene questa volta dal presidente della seconda commissione regionale, Luca Ricciuti: «Avevamo proposto degli emendamenti in occasione dell’approvazione del decreto sviluppo, ma furono rifiutati. Attendiamo da 6 mesi le proposte di emendamento del Comune alla legge stralcio sulla ricostruzione che stiamo preparando, ma il comune non risponde. Siamo stufi di attendere: o il comune batte un colpo oppure la legge la faremo senza il loro apporto. Questo l’ultimatum».
La vede in maniera diversa il sindaco Massimo Cialente: «Si fanno emendamenti a un testo che già si conosce. La bozza chi ha vista? Anzi, annuncio che proporremo noi una legge popolare sula ricostruzione da presentare alla Regione. Ricciuti incalza ancora? Perchè il comune non ha ancora recepito la legge regionale sull’edilizia che prevede fra le altre cose, sgravi e spostamenti di cubature».
«La verità è che i “compagni” non sanno amministrare – tuona il consigliere regionale – Hanno speculato sugli aquilani per fini politici. Reggevano le sottane a Letta e Bertolaso».
Indice puntato anche sulla fine del metodo con il mutuo cassa depositi e prestiti: «Hanno voluto loro che finisse perché con il metodo diretto volevano controllare i soldi. Invece ora il sistema sta implodendo. Il comune sperava di controllare i fondi con il metodo con il metodo diretto. Poi il sistema è imploso».
Giorgio De Matteis ricorda di essere stato facile profeta, sapeva che sarebbe andata a finire così. «Avevamo capito da subito che senza cassa depositi e prestiti si sarebbe andati allo sfacelo. Abbiamo perso un anno per colpa di Cialente e di Barca che ci hanno raccontato favole. Poi sul tricolore De Matteis critica l’interrogazione del Pd bollandola come una squallida utilizzazione dei gruppi per intimidire il prefetto Alecci al quale esprime solidarietà «visto che ha solo applicato la legge dello stato. Chi è in una condizione di illegalità è il sindaco dell’aquila. Interverremo anche noi presso il ministero».