Sisma 6 aprile «Poteva essere previsto»

16 maggio 2013 | 15:32
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Sisma 6 aprile «Poteva essere previsto»

Sulla scorta delle indicazioni

tecniche, per Grieco il sisma poteva essere previsto «essendosi

verificato in quello che viene definito periodo di ritorno, vale

a dire nel lasso temporale di ripetizione di eventi previsto per

l’area aquilana».

Periodo che, scrive citando il consulente

Luis Decanini, «è stato indicato in circa 325 anni dall’anno

1000».

Inoltre, «si è trattato di un terremoto certamente non

eccezionale per il territorio aquilano e assolutamente in linea

con la sismicità storica dell’area».

La tesi del giudice Grieco è molto simile a quella

sostenuta dal collega Marco Billi nelle motivazioni della

sentenza Grandi Rischi.

Billi scrisse che ci fu negligenza umana

nel dare false rassicurazioni alla popolazione che in tal modo

non adottò le tradizionali precauzioni tra cui uscire di casa

dopo una forte scossa. La sentenza portò alla condanna a sei

anni per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose di

sette componenti della Commissione Grandi Rischi che il 31 marzo

2009, 5 giorni prima della scossa, si riunirono all’Aquila per

fare il punto sullo sciame sismico che da mesi interessava il

territorio aquilano.

«Il terremoto dell’Aquila – prosegue il giudice – non rappresenta un caso

eccezionale nel quadro della sismicità tipica dell’area e,

addirittura, le sue caratteristiche sismogenetiche rientrano

perfettamente in quanto previsto negli elaborati di

pericolosità utilizzati per aggiornare l’assegnazione dei

comuni alle zone sismiche e per definire gli spettri della nuova

normativa di settore».

Ecco perché, conclude Grieco «il vero

discrimine per gli edifici crollati non è consistito nella

violenza del terremoto e dei relativi picchi di accelerazione,

bensì nei vizi progettuali, nelle carenze costruttive, negli

errati interventi di manutenzione che hanno caratterizzato

anche la Casa dello studente».

I costruttori e tecnici non hanno

affrontato il processo solo perché deceduti o stralciati dal

processo come il progettista Claudio Botta.

«I terremoti finora non li ha mai

previsti nessuno»: il sismologo Enzo Boschi, fra gli imputati

nel processo dell’Aquila per il sisma del 6 aprile 2009,

risponde così all’affermazione contenuta nelle motivazioni

della sentenza depositata oggi dal giudice Giuseppe Grieco.

«Allo stato attuale delle conoscenze – ha aggiunto – non si

riesce a prevedere i terremoti. Quello che è possibile fare, e

che i paesi avanzati fanno, è rendere più sicuri gli edifici

in modo da ridurre al massimo in danni».