
di Ivo Mej
L’innovazione spesso diventa tale solo perché offre delle soluzioni impensate e definitive ai più fastidiosi problemi della nostra vita quotidiana. In questi casi, l’innovazione si può definire come ciò che ci dà il potere di utilizzare la tecnologia in modo diverso, mai pensato precedentemente. Entra in gioco a volte anche la serendipità, ma più spesso il genio individuale che sblocca un modo di pensare consolidato.
Secondo il [i]think tank[/i] dell’Mit di Boston, l’anno che stiamo vivendo vedrà sicuramente emergere alcune novità determinanti per aumentare le possibilità della vita umana nel prossimo decennio. Sono dieci meraviglie tecnologiche.
10. il Deep Learning
Il potere di calcolo dei computer è destinato ad aumentare in modo esponenziale e quasi illimitato soprattutto se si arriverà davvero a potere gestire il calcolo quantico. Già adesso le macchine riconoscono oggetti, persone e situazioni e riescono a tradurre ogni lingua in tempo reale come preconizzato da Star Trek. La vita artificiale sta anche diventando intelligente.
9. Social Media temporanei
I problemi di [i]privacy [/i]nei social media si fanno sempre più pressanti. Persino la Presidente della Camera italiana, Laura Boldrini ha suonato un campanello di allarme in tal senso (virato alla possibile violenza sulle donne). Bene, presto i messaggi social si autodistruggeranno come in un vecchi film di James Bond. Questo ci renderà più liberi di esprimerci senza l’assillo di essere spiati anche ad anni di distanza. Senza contare che potremmo dimenticare le nostre più antiche opinioni e antipatie e decidere volta per volta cosa ‘tramandare’ ai posteri del web.
Snapchat è un’applicazione che fa proprio questo. Inventata dai soliti due laureati a Stanford, Evan Speigel e Bobby Murphy, prendendo spunto da un incidente di percorso di un deputato americano. Due anni fa Anthony Weiner accidentalmente pubblicò delle proprie foto razziste su Twitter e fu costretto alle dimissioni.
Snapchat consente a chi la utilizza di stabilire la durata della vita online di ciò che si pubblica, a partire da 10 secondi dalla sua visualizzazione.
8. Sequenza del Dna prenatale
Leggere il Dna dei feti sarà la prossima frontiera della rivoluzione genica. Ma cosa si vuole esattamente sapere di un bambino che deve ancora nascere? E’ comprensibile che un genitore voglia sapere se ci saranno difetti genetici, ma vorrà anche sapere se è portato per la musica o avrà problemi in matematica? Il rischio è di arrivare agli estremi della tetra visione del film Gattaca, nel quale solo i geneticamente perfetti (creati in laboratorio a fronte di grandi investimenti economici) vengono ammessi alle cerchie più elevate della società.
7. Fabbricare con a 3D con la tecnica “additiva”
La versione industriale delle stampanti casalinghe a tre dimensioni potrebbe produrre qualsiasi oggetto e farne addirittura versioni personalizzate senza costi aggiuntivi. La General Electric sta già trasformando le sue modalità produttive e convertirà la produzione dei motori dei jet con tecnologie di creazione a tre dimensioni. Per adesso si parla solo di un manicotto per il rifornimento stampandolo con i laser.
La tecnica è detta additiva perché, come in una stampante a 3D, la produzione avviene sovrapponendo uno sull’altro sottilissimi strati di materiale costruttivo seguendo il progetto fatto da un computer. Proprio come la realizzazione – recentissima – della prima pistola realizzata da una stampante 3D completamente in materiale plastico.
6.Baxter: il robot ricercatore
Rodney Brooks, ex direttore del laboratorio di informatica e intelligenza artificiale del MIT fino al 2007 è attualmente Amministratore delegato della Rethink Robotics. Crede talmente al futuro di un mondo popolato da robot da avere creato Baxter, il ricercatore perfetto. Come si legge nella brossura del sito della Rethink, Baxter costa appena 22 mial dollari, ha forma umanoide con due braccia operanti su sette assi, videocamere integrate, sonar, sensori di torsione e programmazione diretta. Viene definito il compagno di ricarca ideale nelle lunghe notti in laboratorio. E non ha bisogno neanche di una pizza.
5.Impianti di memoria
Theodore Berger, è un ingegnere biomeccanico e neuroscienziato della Univesrità della California del Sud. Theodore Berger pensa di avere fatto una scoperta epocale: avere decifrato il codice che permette al nostro cervello di formare I ricordi a lungo termine.
Secondo le sue teorie si potrà presto intervenire in tutti I quei casi in cui la memoria umana si dissipa e svanisce, come nell’Alzheimer. Per gli ultimi vent’anni Berger ha trascorso il suo tempo a progettare chip che riuscissero a simulare il comportamento dei neuroni cerebrali: lo stesso processo che ci consente di ricordare esperienze e conoscenze per più di un minuto. Le ultime ricerche dell’ingegnere mirano adesso a restituire al cervello umano quelle capacità perdute impiantandovi chip di questo genere.
Berger non ha ancora effettuato alcun esperimento su umani ma quelli su ratti e scimmie dimostrano senza ombra di dubbio che gli elettrodi impiantati nel cervello possono trattare le informazioni pesattamente come fanno i neuroni. Frase celebre di quello che a molti potrebbe apparire come uno scienziato pazzo è: ‘non stiamo reintroducendo ricordi in un cervello, ma stiamo inserendoci la capacità di averne’. Esperimenti recenti di Berger hanno dimostrato che le scimmie riescono a ritrovare ricordi da parti del cervello in cui erano stati immessi, mentre altre esperienze di laboratorio hanno dimostrato che soggetti paralizzati riescono a muovere braccia robotiche grazie all’impianto di elettrodi. Forse Johnny Mnemonic non è così lontano, ma Berger dovrà ricordare una cosa importante: guardarsi dall’ira degli antivivisezionisti.
4.Smart Watch
Lo smartwatch è il classico ritrovato che rischia di nascere già vecchio. I primi della classe questa volta siamo stati noi, in Italia. I’mWatch, dei vicentini Manuel Zanella e Massimiliano Bertolini è stato presentato per la prima volta al CES nel lontano 2011, quando Apple probabilmente non ci stava neanche pensando.
Oggi l’oggetto del desiderio in questo senso sembrano essere il designer canadese del Pebble watch, Eric Migicovsky. Sostiene di averlo concepito ben cinque anni fa quando era solo uno studente dell’Università tecnologica di Delft, in Olanda. Come gli è venuta l’idea? Naturalmente, perché cercava un modo di telefonare mentre andava in bicicletta.
Oggi Migicovsky sostiene di avere già venduto 85.000 Pebble watch. Molto meno dei 500 mila dichiarati dagli italiani ma con una aspettativa maggiore. I’mWatch infatti costa attorno ai 500 euro, mentre Pebble appena 150. Il prezzo giusto per acquistare qualcosa che non è un telefono ma solo un suo accessorio.
3.Pannelli solari super efficienti
Riuscire semplicemente a raddoppiare l’efficienza delle celle solari potrebbe cambiare completamente l’economia delle energie rinnovabili. Oggi con le nanotecnologie potrebbe essere possibile. È quanto promette Harry Atwater professore di scienze dei materiali e di fisica applicata alla Caltech university. Attualmente, i pannelli solari sono fatti con celle composte di un singolo materiale semiconduttore, normalmente il silicone. Poiché questo materiale asdsorbe soltanto una piccola parte dello spettro solare, la maggior parte dell’energia solare si dissipa in calore. L’efficienza elettrica di tali pannelli è inferiore al 20 percento.
Atwater invece promette una sosatanza in grado di garantire un’efficienza di almeno il 50%. La tecnica è quella di scomporre la luce solare come un prisma in sei o otto lunghezze d’onda differenti ognuna delle quali produce una luce di un colore diverso.
Ogni colore viene poi incanalato ad una determinata cella fatta di un materiale particolarmente sensibile ad assorbire quel colore.
Questi “filtri” possono essere realizzati grazie alle nanotecnologie perché devono essere infinitamente piccoli per potere assorbire i diversi colori da infinite angolazioni. Atwater ammette che ancora non si è arrivati a scoprire quale sia il mioglior disegno per avere il risultato migliore, ma confida che una volta realizzato un prototipo, ci vorrà pochissimo tempo perché sia commercializzato.
2.Analisi dati di massa grazie ai telefoni cellulari
Mettere insieme e analizzare i dati di semplici telefoni cellulari (non smartphones) fa scoprire realtà inattese a proposito degli spostamenti delle persone e, soprattutto, può dare un contributo essenziale per capire il propagarsi delle epidemie. E’ quanto ha scoperto l’epidemiologa Caroline Buckee della Scuola di salute pubblica di Harvard.
Analizzando il numero di chiamate e di sms inviati in una regione del Kenya, la ricercatrice ha sviluppato un modello matematico che rende palese come si propaga la malaria dal Lago Vittoria alla città di Kericho, grazie agli spostamenti di chi quei telefoni li utilizza.
La Buckee ha registrato il traffico di oltre 15 milioni di kenyoti lavorando per ben dieci anni.
1.Centrali elettriche a corrente continua
Ai tempi di Nikola Tesla, il grande match tecnologico era tra corrente elettrica continua e corrente alternata. Grazie al determinante apporto dell’industria Usa, capitanata da Thomas Edison, alla fine a prevalere nelle case e nelle fabbriche fu la corrente alternata, anche perché in grado di garantire reti di alimentazione più stabile. Adesso però la tecnologia permetterebbe uno sviluppo in larga scala delle centrali a corrente continua.
A differenza di quella alternata, la corrente continua permette la trasmissione di energia a migliaia di chilometri anche sott’acqua, evitando di costruire le attuali linee aeree, così disastrose per il panorama. Finora, il limite è stata l’impossibilità di costruire reti a corrente continua ma la svizzera ABB sembra avere risolto l’handycap, costruendo una rete modulare in grado di disconnettere una parte di essa in caso di problemi senza privare di energia il resto della rete. Questo permetterebbe di convogliare facilmente e a garndi distanze la corrente prodotta da fonti rinnovabili come il vento, il sole e le correnti marine. Pannelli solari nel Sahara potrebbero così alimentare le case di tutta Europa e la forza eolica della Scandinavia tenere accese le luci cittadine in tutto il Continente.