Islanda, natura e green economy

17 maggio 2013 | 20:06
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Islanda, natura e green economy

Uscire dalla crisi e vedere oltre il tunnel. L’Islanda è anche un viaggio in un Paese che risale la china, ma le misure dell’[i]austerity[/i] varate dalla coalizione di centrosinistra non sono piaciute agli elettori. L’Islanda vira a destra con uno schiaffo all’Ue, premiando l’euroscetticismo. I dati della ripresa parlano comunque chiaro. Secondo l’Ocse, la ripresa è netta e durerà. Gli ultimi indici di marzo sui salari indicano una crescita dell’1,3% rispetto al mese precedente e il pil che segnava nel 2010 un meno 4% è cresciuto del 2,9% nel 2011 e dell’1,6% del 2012. E anche il turismo va molto bene con un incremento dei pernottamenti che segna + 15% nel 2012 rispetto all’anno precedente. Si respira aria nuova in Islanda, anche se il Paese ha adottato misure difficili e le famiglie lamentano un forte indebitamento.

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Torna comunque il lavoro e la green economy offre sempre più occasioni e l’acqua potabile sta cominciando a diventare merce da esportazione. La nuova economia punta sull’ambiente e sulla sostenibilità in questo paese che è anche il simbolo di un paradiso perduto.

Qui l’aria che si respira ha il sappre di paesaggi infiniti e incontaminati, e l’inquinamento è storia di altri, perché la natura è di nuovo padrona con le sue bellezze e i suoi contrasti. Il nome stesso esprime il suo grande cuore di ghiaccio, il più grande del pianeta, ma l’Islanda è anche terra di fuoco dove convivono vulcani e sorgenti bollenti insieme agli immensi ghiacciai e dove i deserti di sabbia nera stridono con le verdi distese di muschio. Tutto è un po’ estremo, anche la scelta degli abitanti di insediarsi nell’ultimo confine possibile dove un nono del Paese è coperto da ghiacci eterni La calotta immensa di Vatnajökull, costituisce il più vasto ghiacciaio d’Europa; si estende per 8.400 chilometri quadrati e come contrasto ci sono i vulcani con la loro forza sotterranea.

Con il più famoso di tutti, quello dello Snæfellsjökull, che domina l’omonima penisola della costa occidentale, visibile persino da Reykjavik. A lungo è stato considerato fatato, tanto da essere scelto da Giulio Verne come punto di partenza del suo “Viaggio al centro della terra”. Aurore boreali, ghiacci, fuoco, vulcani, sorgenti calde e la magia del’acqua e dei fiumi dove risalgono i salmoni che scelgono queste acque purissime. Come l’Ellidaà, il fiume che scorre attraverso Reykjavik che è anche uno dei più ricchi corsi d’acqua del mondo per numero dei salmoni. E’ il paradiso per chi ama la pesca, che oltre al salmone offre offre agli appassionati l’occasione dei safari alla trota che si trova in quasi tutti i fiumi e i laghi dell’Islanda.

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C’è il fascino dei suoi vulcani come quello di Askja, dove gli astronauti della spedizione lunare del 1969 si sono preparati vivendo l’assoluto di queste terre. E poi ci sono i deserti, i geyser, le aurore boreali. Si percorrono,lunghi un sentieri, circondati da montagne di ogni forma. Si passa dalle distese nere di lava ruvida al bianco assoluto dei ghiacciai. Muschi morbidissimi vengono interrotti da getti di vapore o di acqua calda. Per conoscerne segreti e contrasti si percorre la Ring Road con le sue deviazioni che portano alle zone dei vulcani e dei ghiacciai. Si può percorrere in fuoristrada e seguire quest’itinerario che è percorribile quasi tutto l’anno. Ora in primavera i colori esaltano la natura che rinasce.

Per chi vuole deviare da Ring Road e puntare più all’interno ci sono i deserti centrali che si alternano agli altopiani. Oppure c’è l’itinerario della Laguna Blu che costituisce l’immensa piscina d’acqua calda in cui si immerge e che dà il primo benvenuto a chi arriva in Islanda. Per gli itinerari di primavera c’è la cascata di Gullfoss e l’area geotermica di Geyser e tra le emozioni un bagno caldo nel cratere di Viti.

Ci si sposta ad est ai piedi del vulcano Snaefell e ci si ferma nella casa ostello dell’oasi di Husey o nel villaggio di pescatori di Borgarfjordur. Viaggi in compagnia di un geologo italiano e con un cuoco italiano che vive e lavora in Islanda che propone piatti con pesce freschissimo e fusion islandesi. Nella regione di Fljótsdalur ci si concede un altro bagno sotto una piccola cascata di acqua bollente e da un rifugio alle pendici di Snæfell si cammina sui ghiacci del Vatnajökull.

Ci si ferma una notte nella baia di Husey per svegliarsi la mattina presto per osservare dalla costa le foche. Foto safari alle balene anche nella baia di Skjalfandi situata nella parte nord-orientale dell’Islanda. Il suo nome, che significa in islandese Baia dei Tremori, si riferisce all’intensa attività sismica che si verifica sotto le sue acque e sulle sue sponde, perché sotto la baia infatti scorre una delle faglie più attive d’Islanda e del mondo.

Si naviga a bordo di tradizionali battelli in legno di quercia e durante la navigazione, non è difficile incontrare anche i delfini che volteggiano sul’acqua. Si possono avvistare le balene anche partendo da Husavik, navigando a bordo di uno schooner, uno splendido veliero da cui si avvistano anche i pulcinella di mare (Le partenze vanno da maggio ad agosto).

Per i trekkers, c’è l’itinerario che parte dal lago di Myvatn considerato una dei tracciati più belli del mondo, ci si ferma nei rifugi circondati da luoghi incontaminati.Si alterna bird watching a safari fotografici. Per conoscere l’Islanda in modo diverso si può scegliere di vivere in fattoria a contatto con chi vi abita e vi lavora. Nelle lunghe giornate di luce si parla di aurore boreali e dei venti. Di muschi e di licheni.