Omosessualità, discriminazioni ancora forti

17 maggio 2013 | 13:13
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Omosessualità, discriminazioni ancora forti

Dall’ambiente scolastico a quello del lavoro, paura, esclusione e discriminazione sono all’ordine del giorno nella comunità lesbica, gay, bisessuale e transgender (Lgbt) in Europa. Emerge da un’indagine dell’agenzia Ue per i diritti fondamentali (Fra) sulla base di un sondaggio online al quale hanno risposto oltre 93mila persone.

I risultati vengono diffusi oggi in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia e la trans-fobia, in una conferenza ospitata dal governo olandese a l’Aja.

Secondo il direttore della Fra Morten Kjaerum si tratta della più vasta indagine mai condotta nel vecchio Continente sui crimini generati dall’odio e dalla discriminazione contro la comunità Lgbt, e mostra la necessità «un’azione a livello Ue per abbattere le barriere, eliminare l’odio e creare una società in cui tutti possano godere dei propri diritti».

Due intervistati su tre hanno detto di aver nascosto o dissimulato la propria identità a scuola e almeno il 60% di loro è stato oggetto di commenti o comportamenti negativi, mentre oltre l’80% – in ogni stato membro dell’Ue – ricorda commenti negativi o atti di bullismo verso studenti Lgbt.

Il 19% degli intervistati si è sentito discriminato sul posto di lavoro o nella ricerca di un impiego, nonostante la tutela giuridica sancita dal diritto Ue. Il 26% del campione dichiara di aver subito violenza o minacce negli ultimi cinque anni. Il 66% degli intervistati ha paura di tenere per mano il partner dello stesso sesso in pubblico. Percentuale che sale al 75% per gli uomini gay e bisessuali. E i transgender sono i più colpiti fra gli intervistati: circa il 30% ha dichiarato di aver subito violenza o minacce più di tre volte nell’anno precedente all’indagine.

Inoltre è stato rilevato un bassissimo tasso di denuncia di casi di discriminazione e crimini generati dall’odio, malgrado il 56% degli intervistati fosse a conoscenza delle leggi contro la discriminazione. La metà delle vittime di violenza e molestie ha creduto che una denuncia sarebbe stata inutile.

di Maria Filieri