
«Ieri Vasco Errani, un vero presidente di Regione, ha convocato una conferenza stampa con tutta la Giunta regionale nella quale ha evidenziato che l’Emilia Romagna ha a disposizione 10 miliardi, ricostruiranno tutto. In proporzione, L’Aquila avrebbe dovuto avere almeno 30 miliardi. Noi non ci siamo». Lo ha detto il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, parlando dell'[i]impasse[/i] nella ricostruzione all’Aquila.
«Non ci siamo perché contiamo poco, l’Abruzzo conta poco, non c’é stato un Consiglio regionale per la legge – ha sbottato – Diamo questi ultimi dieci giorni di tempo per coprire l’emendamento, se non verrà coperto penso che tutti gli aquilani dovranno tirare le somme, anche se non vedo il clima di qualche decennio fa, quando gli aquilani, forse anche sbagliando, avevano voglia di combattere».
Sempre sulla Regione, dopo aver minacciato lo scioglimento del Consiglio comunale, Cialente ha detto che «stessa cosa dovrebbe fare il presidente della Regione, ma a lui, come a Ricciuti e a De Matteis dell’Aquila non frega nulla», in riferimento alla polemica conferenza stampa di ieri del vice presidente del Consiglio regionale, Giorgio De Matteis, e del consigliere regionale del Popolo della libertà, Luca Ricciuti.
«LEGGE URBANISTICA MAI RICEVUTA» – Il sindaco ha poi replicato a quanto affermato ieri dal presidente della seconda commissione in Consiglio regionale d’Abruzzo, Luca Ricciuti (Pdl), in merito alla legge regionale sull’urbanistica. «Per emendare qualcosa – ha detto Cialente – bisogna avere il testo. Sfido entro oggi, visto che a noi non è stato inviato, di farci vedere qual è la legge per L’Aquila che è stata presentata. La verità è che noi non sappiamo a che titolo Ricciuti possa fare il presidente della Seconda commissione».
«Da sei mesi aspettiamo gli emendamenti dal Comune alla legge – aveva detto Ricciuti riferendosi all’Aquila – è probabile che dovremo intervenire noi».
«La Regione Abruzzo, i consiglieri regionali, la Giunta non sono capaci di tirare fuori un ragno dal buco» ha detto ancora Cialente oggi, stroncando così l’operato dell’intero Consiglio regionale, quindi anche dei consiglieri del suo schieramento, il Pd.