
di Antonella Calcagni
Mentre il sindaco Massimo Cialente toglie il tricolore per l’erogazione-lumaca dei fondi per la ricostruzione, non si accorge che parte dei problemi li ha proprio in casa.
Da più di una settimana gli attesi 250 milioni di euro relativi alla prima tranche dei fondi Cipe sono arrivati, ma non sono ancora spendibili perché l’amministrazione comunale non si è dotata in tempo di un bilancio di previsione che prevedesse un apposito capitolo in uscita.
Solo venerdì la giunta comunale ha licenziato il bilancio che tuttavia per diventare operativo deve essere approvato anche dal consiglio comunale. Di diverso parere l’assessore comunale Lelio De Santis che invece ritiene di poter procedere subito, come del resto ha già disposto prendendosi una bella responsabilità, all’erogazione delle somme per la pubblicazione dei buoni contributi, anche con la sola trasmissione della giunta.
Con un colpo di finanzia acrobatica sono stati creati due capitoli di spesa in entrata e in uscita dividendo in due parti i soldi della delibera fra centro storico e periferia. Ma per qualcuno l’operazione grida vendetta: «Anziché giocare con le bandiere – tuona il consigliere Angelo Mancini – avrebbero dovuto predisporre in tempo il bilancio di previsione. Una città terremotata non può permettersi di ragionare in dodicesimi».
«É da folli autorizzare lo stanziamento dei 250 milioni con un bilancio non ancora approvato dal consiglio. Cosa accadrebbe se il conto non dovesse essere licenziato dall’Aula dopo che invece i 250 milioni sono già stati spesi? Il sindaco deve mandare a casa l’assessore de Santis e i dirigenti che hanno fatto questo pastrocchio».
C’è da dire che senza l’atto di coraggio di De Santis, i cittadini in attesa del buono contributo che figurano nella lista dei “congelati” non dovrebbero attendere solo 3 o quattro giorni, ma forse altri venti, visto che il bilancio deve essere ancora bollato dai revisori, e votato dalle Commissioni prima di giungere al vaglio del Consiglio.
Il movimento complessivo in entrata e in uscita del bilancio equivale a 1.677.599.679,55 euro, di cui 310 milioni parte corrente ed 1 miliardo e 332 milioni di investimenti, comprensivi delle spese per la ricostruzione.