
di Gioia Chiostri
“Non è mai troppo tardi”, diceva lo slogan della prima TV degli anni ’50, che, appellandosi alla volontà di educare / alfabetizzare le genti di un’Italia culturalmente arretrata, trasmetteva le lezioni del “mitico” maestro Alberto Manzi.
Ed oggi, col senno del poi, sembra fin troppo tardi, visto che la scuola, quella vera, quella fatta di mattoni e di cemento, non appare all’orizzonte studentesco. Il Vitruvio di Avezzano è stufo: stufo delle promesse, stufo di aspettare che i propri studenti abbiamo finalmente una sede quanto meno degna di custodire una scuola. Domenica 9 giugno, la voce del liceo torna nuovamente a parlare per sensibilizzare le masse. Dalle ore 17 alle ore 20,30, in piazza Risorgimento, studenti, professori, ex studenti e cittadini si incontreranno per manifestare pacificamente il loro dissenso.
Musica, lettura, messaggi, opinioni. «Relativamente al concerto, noi docenti del Vitruvio Pollione, lo stiamo organizzando allo scopo di mantenere sempre alta l’attenzione sulla nostra scuola, per dire ancora una volta che non siamo affatto rassegnati» – queste le parole di Anna Maria Rubeo, professoressa di scienze del Liceo in questione.
«Inoltre – ha aggiunto la docente – al concerto non suoneranno solo gli studenti attuali, ma si esibiranno con musica, testi, videomessaggi e quant’altro anche gli ex alunni che vorranno esserci vicini».
La festa della rivoluzione è alle porte. Non facciamo aspettare più le giovani speranze, anche se questo 2013 ne sembra sfortunatamente privo.