
di Fulgo Graziosi
Ci hanno sempre raccontato che Cappuccetto Rosso era una bambina buona che si prodigava per il prossimo, specialmente dal punto di vista sociale. Il lupo, invece, era il cattivo di turno che imponeva le leggi della foresta.
Nella nostra città e nelle vicende che affliggono la comunità aquilana sembrerebbe che Cappuccetto Rosso sia impersonato dal sindaco di turno; mentre il ruolo del lupo è stato attribuito a diversi personaggi senza alcuna discriminazione da parte del primo cittadino aquilano.
Sono stati calati nell’atteggiamento famelico, dal punto di vista politico s’intende, Silvio Berlusconi, nella fase iniziale, accusato di aver utilizzato il cratere sismico come passerella pubblicitaria. Subito dopo è stata la volta di Bertolaso, a cui è stato affibbiato un ruolo egemonico in merito alle decisioni relative alle varie fasi della ricostruzione della città. Non poteva sfuggire agli strali del sindaco la figura del Commissario, Gianni Chiodi, al quale sarebbe stato affidato il compito di remare contro la rinascita del Capoluogo regionale, sminuito non tanto dal sisma, quanto dall’incuria dell’amministrazione comunale che non si è resa mai conto del ruolo affidato alla città dalla storia e dalla normativa dello Stato.
Non sono sfuggiti alle analisi critiche del sindaco neppure il vice commissario Cicchetti e l’intero codazzo della struttura commissariale, ritenuta di proporzioni faraoniche.
Fino a questo punto gli strali del Sindaco sono stati indirizzati verso un bersaglio ben preciso: la controparte politica da demonizzare e, possibilmente, distruggere, anche se, alla fine dei conti, sono stati messi in piedi provvedimenti non sempre negativi. Oggi, non sapendo cosa più raccontare agli aquilani, Cappuccetto Rosso ha individuato un nuovo “lupo”. Il povero malcapitato, Enrico Letta, presidente del Consiglio, non avrebbe mai pensato di interpretare il ruolo del cattivo, anche perché militante, con merito, nello stesso partito del sindaco.
Sappiamo che è rimasto sorpreso nell’apprendere che il sindaco dell’Aquila aveva provveduto a riconsegnare la sciarpa di Primo cittadino e aveva disposto la rimozione del vessillo nazionale, sul quale aveva giurato fedeltà allo Stato, dalla sede municipale e da tutti gli uffici pubblici di competenza municipale.
A coronamento delle disinvolte iniziative, di dubbio gusto, non poteva mancare la minaccia delle dimissioni del sindaco e dell’intera maggioranza, se non avesse ricevuto, in tempi brevi, tangibili assicurazioni sui finanziamenti necessari per la ricostruzione della città. L’effetto non è stato proprio quello sperato. Infatti, si è verificata immediatamente una levata di scudi dei sindaci delle amministrazioni del cratere, che non hanno gradito la fuga solitaria che, come si è visto, ha costretto il Primo cittadino aquilano ad osservare una pausa di riflessione per recuperare una parte di credibilità.
Una seconda pausa l’ha dovuta osservare nel momento in cui non è stato ricevuto dal Consiglio dei ministri, ma da due commissioni parlamentari che non hanno assicurato imminenti finanziamenti per evidenti indisponibilità di cassa. Sembrerebbe, invece, che tra le righe siano state richieste le rendicontazioni dei finanziamenti già ottenuti e non tutti giustificabili con estrema facilità.
Il presidente del Consiglio non ha motivo di preoccuparsi più di tanto, perché il sindaco dell’Aquila non è nuovo ad iniziative del genere. Durante la campagna elettorale aveva detto agli elettori che, se non avesse ottenuto dal Governo entro un anno dall’insediamento i fondi necessari per la ricostruzione, si sarebbe dimesso irrevocabilmente. L’anno è trascorso abbondantemente, i fondi non sono arrivati e il sindaco non si è dimesso.
Cappuccetto Rosso ha cominciato a capire che i personaggi ai quali affidare le vesti del “lupo” sono terminati. Bisogna cambiare indirizzo e, perciò, il nuovo lupo non può essere che l’Imu, quale unico responsabile del mancato finanziamento della ricostruzione. Attenzione sindaco. L’Imu è un argomento che scotta e, se non attentamente trattato, potrebbe essere la mina capace di far saltare in aria Governo e Comuni, specialmente quelli che si arrogano il diritto di proclamarsi “difensori” delle categorie più tassate. Saremmo curiosi di sapere dal sindaco chi sarà insignito della qualifica di nuovo “lupo”, dopo che sarà caduta anche quella dell’Imu.