Ricostruzione, causa civile contro lo Stato

di Antonella Calcagni
«Si sa che gli emendamenti saranno bocciati come fu per le tre proposte di legge popolare». Sono convinti che il pacchetto di emendamenti andrà a naufragare, pertanto sono già al lavoro gli esponenti di “L’Aquila città aperta” per dimostrare all’amministrazione attiva il loro spirito collaborativo: «Si può protestare – sostengono – restando nell’alveo della legalità e della Costituzione Italiana.
L’idea è quella di intentare una causa civile contro lo Stato Italiano dopo che, come pronostica Giorgio De Matteis, il famigerato miliardo non sarà stato inserito nel decreto Monti in sede di conversione. «Una volta incardinata la causa civile – spiega il consigliere comunale Raffaele Daniele – si potrà far valere le ragioni degli aquilani davanti alla Corte costituzionale in via incidentale».
Daniele ha ricordato che si ravvisano vari profili di incostituzionalità nella condotta dello Stato: dall’articolo 9 della Costituzione che tutela il patrimonio artistico, alle norme che garantiscono la proprietà privata e così via. L’operazione tuttavia sarà possibile solo e se giungerà il via libera del Consiglio comunale. A questo proposito «presenteremo una mozione – continua Daniele – tesa a chiedere il placet di tutto il Consiglio».
«Questo è il nostro modo di collaborare – aggiunge De Matteis – La maggioranza non avrà più alibi». Da oggi stesso un pool di costituzionalisti e giuristi di chiara fama comincerà a lavorare ai ricorsi. «Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere tutto il mondo accademico italiano – aggiunge Daniele – Chiederemo il coinvolgimento di tutti, trasformando questo ricorso in una protesta internazionale». Si tratta di una forma di mobilitazione di spessore sicuramente diverso rispetto alla protesta delle bandiere.
Insieme a Raffaele Daniele, c’erano anche Emanuele Imprudente, Daniele Ferella, Corrado Ruggeri e Giorgio De Matteis che non ha risparmiato strali contro il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente accusato di essere in preda ad un «delirio di riferimento» quando attacca il presidente, Gianni Chiodi. Per il vice presidente della Regione non c’è più spazio per le illusioni: «Dalle recenti interviste del sottosegretario Legnini, si è capito che i soldi non ci sono, e che il bilancio è stirato, non ci sono più pieghe. La reale difficoltà è trovare una copertura per la rata del mutuo che durerà 25 anni. La tassa di scopo non c’è e non ci sarà. Se ora Barca venisse all’Aquila si prenderebbe un bel calcio nel sedere, perché per un anno ci ha preso in giro. Speriamo che le passeggiate di parlamentari e del presidente Boldrini non abbiano l’effetto delle precedenti».