
Restano meno di quattro mesi di corsa per il titolo di ‘Capitale Europea della Cultura 2019‘: scade infatti il 20 settembre il bando pubblicato dal ministero per i Beni e le attività culturali. La domanda di partecipazione va consegnata entro quella data, perché la procedura di selezione si svolge in più fasi, con tempi stabiliti dalle istituzioni europee.
Sono una ventina le città che hanno annunciato la partecipazione – tra le altre, oltre a L’Aquila, Amalfi, Aosta, Bari, Bergamo, Brindisi, Caserta, Catanzaro, Lecce, Mantova, Matera, Palermo, Perugia-Assisi, Siena, Siracusa, Taranto, Terni, Torino, Urbino e Venezia-Nordest) – ma solo dopo la chiusura del bando si sapranno le contendenti. La prima città a mettersi in moto è stata tuttavia Ravenna, che al momento è una delle più organizzate.
Il Comune di Ravenna, già nel 2007, quando si seppe dell’anno dedicato all’Italia, manifestò in modo ufficiale l’interesse e l’intenzione di candidarsi, con una lettera aperta del sindaco Fabrizio Matteucci al Governo e ai presidenti di Commissione e Parlamento europei. Fu quindi costituito un comitato promotore presieduto dal senatore Sergio Zavoli e sostenuto da Regione Emilia-Romagna, Provincia, comuni ravennati e tutti i capoluoghi della Romagna (Cesena, Forlì e Rimini); oltre ad un comitato consultivo con sessanta fra enti, associazioni economiche e di categoria.
«La caratteristica del nostro lavoro in questi anni – dice Alberto Cassani, coordinatore di Ravenna2019 – è il coinvolgimento della popolazione, a ogni livello, nel preparare il dossier di candidatura, che interessa tutta la Romagna».
Sono già diverse le iniziative promosse da Ravenna2019, rivolte a cittadini e turisti. Fra le tante, un appello che ha prodotto 400 idee, la nascita di un’associazione di volontari per gestire gli eventi, un concorso per le scuole premiato il 9 maggio, convegni con le altre aspiranti italiane, contatti con capitali europee della cultura e progetti per recuperare intere aree urbane, come l’ex-Darsena.
Scopo dell’azione comunitaria, proposta nel 1985 dall’attrice greca Melina Mercouri, allora ministro della Cultura, è «valorizzare la ricchezza e la diversità delle culture europee, celebrare i legami culturali che collegano l’Europa e promuovere un sentimento di cittadinanza europea».
Il bando premierà la progettualità: ai candidati viene chiesto di sviluppare un piano originale di iniziative e interventi, un programma inedito, in aggiunta alle tradizionali attività culturali, per realizzare o avviare progetti durevoli.