
di Gioia Chiostri
Chi non ha mai detto o sentito dire la fatidica frase: «mamma, mi racconti una storia?». È nella quotidianità: ogni madre inventa, legge, idea favole e fiabe per i suoi bambini così da farlo addormentare alla sera. Eppure, una fiaba non fa solo questo. Una fiaba, infatti, insegna.
Ogni storia, custodisce dentro di sé, tra le fila del racconto, un consiglio, una visione del mondo, un insegnamento. E non è necessario esplicitare nemmeno la morale: essa verrà trasmessa attraverso la fiaba, ma ci vorrà del tempo prima che il bambino ne assimili l’indottrinamento. Ad esempio: di Cenerentola, Biancaneve o La bella addormentata le bambine apprezzeranno l’atmosfera fantastica, l’idea della regalità, ma il concetto di amore verrà recepito non prima dei 5-6 anni.
Inoltre, esistono molte fiabe tristi e spaventose, che però attirano i bimbi, come per esempio Barbablù. Che cosa è giusto fare? Leggerle loro o no? Spesso i bambini avvertono il desiderio di storie spaventose per esorcizzare le proprie paure. Bisogna, però, evitare di creare nel bambino inutili timori che sono solo proiezioni dell’adulto, come versi minacciosi associati a personaggi cattivi, che possono far nascere ansie infondate. Le voci che accompagnano la lettura di una storia devono essere divertenti.
Non bisogna poi negare l’esistenza dei pericoli, ma tentare di razionalizzarla: il male nelle fiabe viene sconfitto sempre. Si pensi alla storia dei fratelli Grimm, Hansel e Gretel: i bambini incontrano una donna cattiva (la strega) che li attira a sé con dolciumi e promesse. O si pensi al lupo di Cappuccetto Rosso con la sua finta gentilezza; alla fine della storia, tutti tornano a casa dai propri genitori.
La strega, l’orco o il lupo, se presentati in modo divertente possono essere utili a sdrammatizzare le paure. E così la vecchia fattucchiera ha il sorriso sdentato e l’andatura traballante; il lupo è ormai spelacchiato, vecchio e smemorato; l’orco è un pasticcione: con la sua mole fa tremare il suolo e cadere tutti gli oggetti a terra.
Come, infine, far addentrare man mano i bambini nel mondo delle fiabe? Nel primo anno di vita ci si potrebbe limitare alle ninna nanne e alle canzoncine. Fino ai due anni, invece, si potrebbe passare a filastrocche e brevi storielle, anche frutto della creatività e della fantasia del genitore. Poi passare alle fiabe classiche attorno ai tre/quattro anni, quando il bambino può capirne il significato e trarne un insegnamento.