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L’Aquila, «Allarme caro affitti»

«Già da tempo - afferma il neo presidente di Confesercenti provinciale, Domenico Venditti - abbiamo lanciato l’allarme all'amministrazione comunale, chiedendo l'istituzione di un tavolo tecnico, con le Organizzazioni di categoria delle imprese, le associazioni dei proprietari immobiliari e le agenzie immobiliari, per studiare un "canone revisionabile", che sia remunerativo per il proprietario del negozio e sostenibile per il conduttore, con un impianto giuridico concordato, condiviso dalle parti».

«Ora, però, è il momento di agire - continua il presidente -Il periodo di crisi sta facendo soffrire le aziende ed i canoni per l'affitto dei negozi appaiono sproporzionati, in considerazione del sempre più limitato volume di affari».

«In questi mesi - afferma il direttore di Confesercenti, Carlo Rossi - il nostro ufficio di via XX Settembre, è stato una sorta di “sportello” dedicato al caro-affitti. Molti i negozianti del centro, ma anche gli artigiani (parrucchieri, estetiste, pizzerie, pasta all’uovo, ecc.) che hanno chiesto aiuto. Non c’è più tempo da perdere, il canone di affitto pesa moltissimo sulle spese di gestione di una attività ed ogni mese sono migliaia gli euro che se ne vanno in affitto. Quello che serve è che il Comune ci venga incontro, con un meccanismo di premialità che, ci risulta, altre Città in Abruzzo (vedi Chieti) stanno sperimentando».

«Si potrebbe agire - proseguono Venditti e Rossi - da subito sull’Imu - (ovviamente per la parte di competenza del Comune), applicando una percentuale di sconto per quei proprietari di locali commerciali ed artigianali in centro, che proporzionalmente diminuiscono il canone di locazione. Successivamente si potrebbe studiare analoga soluzione per la Tares, ad oggi rinviata a Dicembre ma che, con le maggiorazioni previste, comporterà una nuova batoste per le imprese».

«Siamo certi - proseguono - che l'amministrazione comunale, si dimostrerà attenta a questa problematica così come fa su altri temi cari alle imprese, affinché “insieme” si dia avvio ad un progetto capace di sostenere le aziende. Abbiamo anche altre proposte da portare al tavolo, quali ad esempio, convincere i commercianti ad aprire delle polizze assicurative che, a fronte dell’impegno dei proprietari ad abbassare gli affitti (con un risparmio annuo considerevole per l’inquilino), mettano questi al riparo da eventuali morosità grazie alle polizze degli stessi commercianti: laddove il commerciante non paga ci pensa l’assicurazione».

«Se fino all’anno scorso - concludono Vittorini e Rossi - dopo che un negoziante chiudeva ne arrivava un altro ad occupare il locale lasciato vuoto, adesso, si sta fermando tutto».

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