Beni mobili e traslochi, servono 16 milioni

di Antonella Calcagni
Indennizzi beni mobili e traslochi dimenticati, servono 16 milioni di euro. Nella ripartizione Cipe e nel capitolo della gestione del capo dell’ufficio speciale Paolo Aielli, mancano i fondi dedicati alle due ordinanze emesse nel post sisma: quella che riconosce un massimo di diecimila euro per i mobili danneggiati dal sisma dei residenti in case E, e la seconda che garantisce la coperture delle spese di trasloco e deposito dei mobili fino ad un massimo di 5 mila euro. Insomma, servono 16 milioni di euro. A lanciare l’allarme è stato il consigliere comunale di IdV-L’Aquila oggi, Angelo Mancini.
«Fino a oggi – riferisce il consigliere – sono state liquidate 2.819 pratiche per un totale di 19 milioni su 4.531 presentate. Ne restano 1.712. Rimangono fuori inoltre 95 istanze presentate fuori termine (cioè dopo il 3 febbraio 2010) che nella maggior parte dei casi riguardano famiglie che hanno avuto lutti o immobili sequestrati. Servono dunque altri 11 milioni per rimborsare tutte le pratiche mancanti che fanno il paio con le pratiche inevase per i traslochi pari a 5 milioni di euro».
«In questo caso, ricorda Mancini, sono state liquidate 9 mila fatture, ne mancano 2.500, dal primo febbraio in pratica non si è pagato più alcunché». «É impensabile – sostiene Emanuele Imprudente – che ci siano oggi cittadini di serie B. La gente aspetta».
Intanto lo stesso Imprudente, Angelo Mancini e Enrico Verini, sono i firmatari di una mozione tesa a risolvere il problema degli affittuari nel periodo ante sisma. Il documento, come spiega Verini, «impegna l’amministrazione a far sì che le famiglie con contratto di locazione prima del sisma e assegnatarie di progetto case possano continuare a rimanere nell’alloggio se al momento del ripristino dell’abitazione originaria i proprietari non offrono lo lo stesso appartamento con lo stesso canone (indicizzato Istat)».