Ricostruzione, settimana cruciale per L’Aquila

di Antonella Calcagni
Settimana cruciale per L’Aquila, quella che comincia oggi. Da questa mattina in poi sarà un susseguirsi di riunioni tecniche fra ministeri e sottosegretari. Tanto il lavoro preparatorio, dunque, in vista dell’approdo nelle commissioni del pacchetto di emendamenti salva-L’Aquila.
La senatrice Stefania Pezzopane ha spiegato che alle 11 si riunirà la commissione Bilancio per l’esame di altri emendamenti contenuti nell’articolo 8 del decreto Emergenze in conversione. A seguire, alle ore 13, si riuniranno le commissioni ottava e tredicesima, ossia Ambiente e lavori pubblici, riunite.
«Una volta esaminato dalla commissione, il disegno di Legge emendato potrebbe cominciare la discussione in Senato già martedì pomeriggio per continuare giovedì – spiega La Pezzopane – Il voto definitivo in Senato potrebbe esserci giovedì». Non si può escludere che alcuni degli emendamenti più importanti, quali quello del patto di stabilità e del miliardo per L’Aquila potrebbero essere inseriti in un maxi emendamento del governo.
La Pezzopane ritiene che a facilitare la riattivazione del mutuo con la cassa depositi e prestiti potrebbe essere l’uscita dell’Italia dalle procedure di infrazione europea, circostanza che libererà risorse aggiuntive per il ricorso all’indebitamento pubblico. In ogni caso tutte le azioni che la città potrà mettere in campo per raggiungere l’obiettivo saranno auspicabili.
Sia Enrico Letta che gli altri ministri sanno lo stato d’animo degli aquilani, come riferisce la Pezzopane, e «che c’è aria di mobilitazione». «Certo – ha aggiunto la senatrice – la manifestazione a Roma sarebbe stato meglio farla prima. Letta mi ha detto proprio l’altro giorno di essere al corrente che “la cosa si deve fare. Cercheremo di farla nel più breve tempo possibile”». Nel caso in cui si dovesse perdere il treno della conversione del decreto “Emergenze”, il primo provvedimento utile in cui inserire emendamenti sarà la manovra finanziaria di giugno e luglio, ma potrebbe essere troppo tardi per far partire i cantieri.