Omissione, indagato il sindaco Cialente

29 maggio 2013 | 10:47
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Omissione, indagato il sindaco Cialente

Altra grana giudiziaria per il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente in relazione alla denuncia presentata da diversi familiari delle vittime del terremoto del 6 aprile 2009. Infatti il pm Fabio Picuti, il magistrato che ha seguito il filone dei crolli degli edifici e l’inchiesta a carico dei 7 componenti della commissione Grandi Rischi, ha chiesto di archiviare il caso dopo avere formulato l’ipotesi di reato di omissione di atti d’ufficio a carico del primo cittadino.

Le parti offese, tramite l’avvocato Fabio Alessandroni, che tutela i loro interessi, hanno però fatto opposizione e il giudice per le indagini preliminari del tribunale, Giuseppe Romano Gargarella ha fissato un’udienza per il 2 luglio nel corso della quale il caso verrà discusso. I fatti risalgono a più di un anno fa quando il comitato «309 vittime del terremoto», tramite Vincenzo Vittorini, decise di inoltrare alla magistratura un esposto con il quale si chiedeva di fare luce sulla correttezza della macchina comunale e del sindaco in particolare sulla prevenzione del rischio sismico. Si alludeva alla mancata attuazione di un piano di Protezione civile, di cui il sindaco è responsabile locale, con la predisposizione di aree attrezzate dove andare in caso di sisma. Secondo la denuncia qualora quel piano fosse stato attuato in occasione delle scosse che precedettero il sisma del 6 aprile qualcuno si sarebbe potuto salvare.

Il magistrato ritiene che comunque il piano era stato approvato e dunque non ci sarebbe responsabilità. Per contro si replica che approvare un piano non significa attuarlo in concreto. Per cui, di fatto, è come se il piano non ci fosse mai stato. Le parti offese, inoltre, evidenziano come il sindaco, in occasione della sua deposizione come testimone nel processo ai sette componenti della commissione Grandi Rischi, abbia dichiarato a più riprese di non essere uscito rassicurato da quella riunione. Una ragione in più, secondo la controparte, per predisporre prima possibile un piano di protezione civile indicando le aree dove la gente si sarebbe potuta sistemare. I reati ipotizzati dalle parti lese sono omicidio colposo plurimo e lesioni ma il pm è stato di diverso avviso.

[i]Fonte: IlCentro[/i]