
di Fabiana De Rosa
«I giovani che tutti gli anni abbandonano a migliaia il Belpaese sono un fenomeno sconosciuto e incontrollabile, anche per lo stesso ministero degli Esteri». Lo scrive in un articolo ‘Repubblica’.
«Ho deciso di partire per Londra. Credo che possa darmi maggiori opportunità di lavoro. Raggiungo mia sorella che è già lì da tanto. In poco tempo e senza conoscere neppure la lingua ha trovato lavoro. Ne sento l’esigenza». A dirlo è Lisa, amica di sempre.
Vanessa, compagna di corso e di avventure, laureata in Comunicazione e in Scienze politiche con 110 e lode, perfetta conoscenza della lingua inglese e con il sogno di “cambiare il mondo” sta per partire anche lei. A giorni il volo per Londra e poi il viaggio verso qualche altra meta lontana che le permetta di fare ciò che ha sempre desiderato.
Gli esempi di amici e conoscenti che se ne vanno sono infiniti. E ogni volta che qualcuno va via sembra di perdere un pezzo di vita e di storia.
I giovani scelgono di cambiare vita e di lasciare un Paese che sembra essersi dimenticato di loro.
Siamo noi il problema dell’odierna società. Siamo noi ‘la questione giovanile’.
Una generazione appesa alle speranze. Ma alcuni di noi, nonostante tutto proprio non ce la fanno a lasciare l’Italia.
Perché la amano: amano la lingua, la cultura, i paesaggi. Preferiscono aspettare per non abbandonare il sogno di una vita nella propria terra, con la propria famiglia.
Restiamo qui, in attesa di novità. In attesa che le cose migliorino, che il lavoro dei nostri sogni venga a bussarci alla porta e ci dica: “Ho scelto te!”
Siamo quelli che si accontentano di avere un impiego qualunque. E siamo quelli che si tappano le ali per paura di sbagliare. Un passo falso e tutto va a rotoli.
La crisi sta strappando i nostri sogni.