
Slitta al prossimo 14 giugno la
sentenza per il crollo dell’edificio di via XX Settembre 123
all’Aquila, in cui sono morte 5 persone la notte del 6 aprile
2009.
Quattro anni di reclusione per Leonardo Carulli, ingegnere
di 86 anni originario di Roma, unico imputato, sono stati
chiesti oggi in aula dal pubblico ministero Fabio Picuti.
Dopo aver ascoltato tutte le parti, il giudice Giuseppe Grieco
ha rinviato a metà giugno per la camera di Consiglio e la
sentenza.
Dopo l’accusa è stato il turno della difesa, che ha sostenuto
invece come di fatto Carulli non sia mai stato collaudatore
statico, facendo ricadere le colpe sul genio Civile che, all’
epoca dei fatti, aveva l’onere di vigilanza sulle norme nelle
località sismiche. La difesa ha poi evidenziato la mancanza del
certificato di collaudo, del verbale e dei progetti esecutivi e
della “cattiva” catalogazione fatta sia dal Genio che dal
Provveditorato alle Opere pubbliche.
«Sono più i documenti che oggi mancano qui in dibattimento –
ha osservato la difesa nel corso dell’udienza – che quelli che
sono stati analizzati». Per la difesa, Carulli ha operato in
rispetto delle leggi vigenti e per questo deve essere assolto.