
di Antonella Calcagni
Probabilmente il sindaco Massimo Cialente rimetterà fascia e bandiere al loro posto solo quando il pacchetto di emendamenti (compreso quello da 1,2 miliardi) sarà approvato in Senato. Intanto, qualcuno si chiede cosa succederebbe se dopo tutto questo bailamme, insomma ora che i soldi ci sono, i progetti per l’asse centrale non dovessero arrivare.
«Nessuna proroga – dice con tono perentorio, l’assessore alla Ricostruzione, Pietro Di Stefano – Le schede parametriche dovranno essere presentate entro la scadenza, il 3 giugno prossimo, i progettisti si diano da fare». Finora sono state presentate circa 200 schede che fanno riferimento a immobili completi (parti comuni più private) per circa 800 milioni di lavori, ma ne dovranno arrivare tante altre.
La questione della scadenza è stata oggetto di un recente conforto fra Di Stefano e il capo dell’Ufficio Speciale, Paolo Aielli. Hanno concordato (visto che diversamente non può essere) che quello del 3 giugno è un termine ordinatorio e non perentorio, ma in ogni caso è interesse dei cittadini consegnare al più presto gli elaborati. Dopo la presentazione delle schede che devono riguardare tutto il centro storico, anche le zone che il cronoprogramma fa partire fra due anni, i singoli cittadini saranno chiamati dall’ufficio Speciale per la redazione del progetto vero e proprio (fase due).
«Il nostro obiettivo, comunque, è quello di non perdere altro tempo – spiega Di Stefano – l’asse centrale è un titolo preferenziale, tuttavia se dovessero arrivare elaborati che fanno riferimento ad altre parti del centro storico, partiremo ugualmente. L’importante è far rinascere pezzi di città». Dunque, il cronoprogramma con i soldi dei bolli dovrebbe essere salvo per l’anno in corso, la partita si giocherà con la legge di Stabilità.
«Quella che abbiamo portato a casa è una vittoria – spiega Di Stefano – perché il governo ha individuato una nuova fonte in entrata (aumento imposta fissa sui bolli) che potrebbe magari essere trasformata in una tassa di scopo a dicembre. Sarà necessario nel contempo aprire un fronte con l’Europa per cercare di riattivare il mutuo con cassa depositi e prestiti che ci consentirebbe un flusso costante negli anni e senza patemi».