
di Antonella Calcagni
La Ragioneria di Stato ha fermato l’emendamento da 1,2 miliardi, così come formulato dal gruppo di lavoro guidato dal sottosegretario Giovanni Legnini, costretto nel pomeriggio a rivedere tutto l’impianto e prevedere una nuova ipotesi.
Per L’Europa, la Banca d’Italia e quindi il Mef le risorse di un miliardo e 200 milioni anticipate tutte nell’anno in corso avrebbero potuto far lievitare il debito pubblico anche a causa della indefinibilità della entrata derivante dall’ imposta fissa sui bolli; di qui la necessità di un piano B. Sicché, nel decreto Emergenze in conversione, raschiando il fondo del barile, sarebbe possibile mettere solo poco più di 300 milioni di euro destinati a questo punto a diventare la [i]tranche[/i] di una nuova delibera Cipe. Pertanto il gruppo di lavoro guidato dal sottosegretario, Giovanni Legnini, ha dovuto lavorare per individuare l’ipotesi tesa colmare la mancanza di cassa necessaria per 2013: ossia anticipare tutta nell’anno in corso l’annualità residua della delibera Cipe numero 135 di 985 milioni di euro in totale, ossia circa 200 milioni del 2015. Così il Comune potrebbe contare su 500 milioni di cassa con cui far partire lavori per oltre il doppio. Elementare Watson! direbbe qualcuno. Ciò tuttavia significherebbe rimandare il problema della cassa per gli anni a venire a dicembre in occasione della legge di Stabilità.
Eppure l’emendamento di un miliardo sembrava essere cosa fatta, parole rassicuranti erano giunte di buon mattino dal ministro Carlo Trigilia in visita in città e invece a fine mattinata è arrivata la mazzata: la Ragioneria non ha bollinato l’emendamento da 1,2 miliardi di euro. Portato in commissione Bilancio insieme al pacchetto “Pezzopane” aveva rischiato di essere fermato per la mancanza del parere della Ragioneria dello Stato che è arrivato nel pomeriggio.
In bilico anche l’emendamento sui lavoratori precari che era già stato riformulato. L’aria si era capita dalla mattina, tanto che il sottosegretario Giovanni Legnini atteso all’Aquila per la visita del ministro Trigilia è dovuto restare a Roma per sbrogliare la matassa con i tecnici del ministro Saccomanni insieme alla senatrice Stefania Pezzopane.
Dal canto proprio il vice presidente della Regione, Giorgio De Matteis parla di un copione già visto con il ministro Trigilia che sarebbe la controfigura del suo predecessore Fabrizio Barca. Stessa modalità stesse mosse. Il vice presidente della Regione rilancia dunque la sua proposta: «Con un emendamento di due righe è possibile entrare nel meccanismo togliendo un miliardo all’Emilia. Convocherò i parlamentari abruzzesi per chiedere loro una opinione su questa proposta. A quel punto voglio vedere cosa mi risponderanno Cialente e il Pd il cui obiettivo è forse quello di tenerci sotto le macerie per non rompere le scatole all’Emilia».