
di Claudia Giannone
Inciviltà. Una sola parola per raccontare ciò che è successo nel [i]match[/i] di ieri tra L’Aquila e Teramo. Non solo all’interno del “Piano D’Accio”, ma anche fuori, al termine dell’incontro.
È vero, tra le due città non è mai esistito un ottimo rapporto. Sono stati tanti i problemi che hanno portato a scontri. Ma qui si va oltre la semplice rivalità.
Da subito alcuni tifosi teramani mostrano qualcosa del proprio carattere. Durante il minuto di silenzio proclamato all’inizio dell’incontro si espandono nella curva dei padroni di casa cori contro gli aquilani che alludono al terremoto che ha colpito la città e alla condizione in cui il capoluogo si è ridotto in seguito alla tragedia. Innanzitutto irrispettoso nei confronti del militare italiano ucciso in Afghanistan. E successivamente, ma non per importanza, irrispettoso verso gli aquilani, che hanno subito perdite gravissime con la tragedia del 2009 e stanno tentando in tutti i modi di riprendersi. Ma l’aiuto da parte delle altre province, che dovrebbe essere il primo ad arrivare, evidentemente si è interrotto dopo il primo periodo di emergenza. Non si dovrebbe trattare soltanto di un aiuto economico, bensì di un aiuto morale, che porti la popolazione a credere in una rinascita. Inutile parlare di solidarietà quando ancora accadono eventi del genere.
Ma passiamo al secondo avvenimento, che ha visto protagonista la dirigenza rossoblù. Come in ogni partita il presidente, accompagnato dal resto della società e dalle rispettive mogli, si è sistemato in tribuna per poter assistere alla gara. Ma l’ennesimo spettacolo è stato dato da alcuni tifosi teramani, persino in tribuna, dove si pensa che tutto possa essere tranquillo: presidente e compagnia presi a brutte parole, spintonati e persino con camicie strappate, sono stati costretti ad allontanarsi dalla zona per unirsi ai propri concittadini nel settore ospiti. Almeno lì, l’accoglienza è stata calorosa.
E gli steward? Dov’è la sicurezza tanto proclamata negli stadi italiani? Se non è nemmeno possibile guardare una partita dalla tribuna, c’è ancora speranza per il calcio italiano? Ma non è tutto. Dopo questi avvenimenti, si pensava fosse terminato lo scandalo. Ma non c’è mai fine al peggio. Al termine dell’incontro, gli ultras aquilani hanno trovato una brutta sorpresa: alcuni supporter teramani hanno pensato bene di mandare a casa gli ospiti riempiendo le loro macchine di sassate, con danni gravissimi.
Si può dire che i biancorossi abbiano dato il benservito ai cittadini del capoluogo d’Abruzzo. E una domanda sorge spontanea: a cosa serve limitare l’affluenza allo stadio con la tessera del tifoso, se alla fine ci sono ancora avvenimenti del genere? Perché degli anziani che vorrebbero pacificamente seguire il proprio team in trasferta sono limitati da questo obbligo e ai delinquenti è permesso tutto ciò? Adesso, il ritorno si presenta con meno tranquillità.