
I presidenti delle quattro Province abruzzesi intervengono sul progetto di legge che domani mattina sarà discusso in Consiglio regionale, a L’Aquila, che ha per oggetto le modifiche alla legge regionale 30 dicembre 2004, numero 51, contenente disposizioni in materia di ineleggibilità, incompatibilità e decadenza dalla carica di consigliere regionale. Il testo, in sintesi, prevede l’ineleggibilità di presidenti e assessori provinciali che quindi, per candidarsi in Regione, dovrebbero dimettersi dall’incarico.
Oggi, nel corso di una conferenza stampa, i presidenti delle Province di Chieti, Pescara e L’Aquila, Enrico Di Giuseppantonio, Guerino Testa e Antonio Del Corvo, con il presidente del consiglio provinciale di Teramo, Mauro Martino, hanno messo in evidenza che il provvedimento in discussione domani «è incostituzionale» e hanno ricordato che «il Cal (il Consiglio delle autonomie locali che raggruppa i rappresentanti di Province e Comuni abruzzesi) ha presentato alla Regione Abruzzo un progetto di legge sulla stessa materia che però non è stato preso in considerazione fino ad oggi». La proposta del Cal rinvia, in sostanza, le dimissioni da presidente della Provincia o da assessore al momento successivo all’eventuale elezione in Regione, esattamente come avviene già per il presidente della Regione o il consigliere regionale che venga eventualmente eletto sindaco.
«In merito – si legge nella nota – parla chiaro la recente sentenza adottata dalla Corte Costituzionale numero 120 del 2013, ove si afferma l’iniquità delle disposizioni che violano il principio della biunivocità, iniquità in cui incorre la norma sull’ineleggibilità dei presidenti di Provincia e degli assessori provinciali nell’ambito della vigente legge elettorale della Regione Abruzzo. In pratica, l’ineleggibilità è incostituzionale se prevista dal basso verso l’alto e non anche viceversa, come accade ora. Da ciò la lesione non solo del canone di uguaglianza e ragionevolezza ma anche della stessa libertà di elettorato attivo e passivo».
Dunque, dichiarano i quattro presidenti: «Se non si elimina la disposizione sulla ineleggibilità che pregiudica in modo unidirezionale la possibilità di candidarsi salvo dimissioni, non solo si viola la Carta costituzionale ma si mette in forse la legittimità delle elezioni stesse». E’ stato quindi lanciato un appello di responsabilità al Consiglio regionale «affinché rispetti la Carta fondamentale, pena la presentazione di un ricorso alla Corte costituzionale».