Ricostruzione: «Governo impegnato a trovare soldi»

11 giugno 2013 | 11:07
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Ricostruzione: «Governo impegnato a trovare soldi»

«C’è una grande determinazione del Governo a trovare i fondi per la ricostruzione post-terremoto all’Aquila». Lo ha detto all’Aquila, Gaetano Quaglieriello, ministro delle Riforme istituzionali, a margine del suo intervento ad un convegno organizzato da Farmindustria, rispondendo ai giornalisti che chiedevano delucidazioni sulla “querelle” dei fondi destinati alla ricostruzione post-sisma del capoluogo abruzzese.

«E’ evidente – ha aggiunto – che quello è il problema non un problema e i fondi sono ancora quelli stanziati dal Governo Berlusconi. Su questo abbiamo l’impegno di dare certezze sui tempi, sul flusso. E’ un impegno che non può essere inteso come impegno di parte, ma se c’è un Governo di larghe intese questo è uno dei temi su cui le larghe intese si devono sviluppare».

«OCCORRE DARE COMPETENZE CERTE» – Ai giornalisti che hanno chiesto quale pezzo della Costituzione italiana andrebbe riveduta il ministro ha risposto che «nel momento in cui le competenze sono passate dallo Stato agli enti locali io credo che proprio l’esempio dell’Aquila ci fa capire quanto sia importante rivedere la forma di Stato e soprattutto dare competenze certe, perchè soltanto se ci sono competenze certe ci possono anche essere responsabilità altrettanto certe e si possono evitare quelle dinamiche da scaricabarile». «L’esempio aquilano – ha aggiunto il ministro – ci fa capire per quale motivo avere uno Stato funziona, avere le istituzioni che funzionano, non si tratta di un problema di mera ingegneria costituzionale, ma di qualcosa che ha a che fare con il benessere delle popolazioni, dei cittadini italiani».

RIFORME: «DOPO 30 ANNI PASSARE AI FATTI» – Rispondendo ai cronisti che chiedevano un commento sulle dichiarazioni del sindaco di Firenze sulla riforma del sistema elettorale, Quagliariello ha detto «nessun freno. Stiamo andando avanti a ritmo molto elevato». «Sono trent’anni che parliamo di riforma delle istituzioni – ha aggiunto – e ora bisogna passare ai fatti. Certo riformare la Costituzione non significa riformare il regolamento di un condominio, ma d’altra parte i cittadini sono stanchi delle parole, vogliono i fatti».

«E’ chiaro – ha aggiunto – che lo Stato funziona male, forse qui all’Aquila ce se ne può accorgere meglio che altrove ed è altrettanto chiaro che una riforma dello Stato porta un po’ più di benessere per tutti quanti i cittadini italiani. Andremo avanti, questo ci chiedono gli elettori. Il messaggio che è arrivato dalle elezioni con l’alto tasso di astensionismo, è molto, molto chiaro».

REGIONALI ABRUZZO ATTENTI A STERILI POLEMICHE – Infine il ministro, rispondendo ai giornalisti che avevano chiesto se il tema della ricostruzione dell’Aquila potesse configurarsi come uno dei temi centrali della campagna elettorale per le regionali del prossimo anno, ha sottolineanto che «se la competizione elettorale serve ad essere più attivi, a muoversi di più, ben venga».

«Quello che è importante – ha aggiunto – è che non diventi tema di sterile polemica, soltanto al fine di mettere una bandierina prima dell’altro. Se invece la competizione è regolata e tiene conto che comunque stiamo parlando di un argomento che è il bene comune, allora su questo nulla da obiettare perchè di questa competizione ne gioverà L’Aquila e la ricostruzione».

«Le cose vanno fatte bene ma vanno fatte in fretta perché i cittadini sono in attesa e o noi rispondiamo con i fatti, riscrivendo un patto tra politica e cittadini, o il distacco sarà sempre maggiore». Lo ha detto il ministro Gaetano Quagliariello confermando che nel Consiglio dei ministri di questa settimana dovrebbe arrivare un nuovo pacchetto di liberalizzazioni-semplificazioni.

«Domani, intanto, parte la commissione per le riforme – ha aggiunto – Credo che l’esigenza di fare presto investa anche il mio settore, perche’ dobbiamo essere in grado di fare queste riforme e di adeguare le istituzioni ai tempi». «E’ vero che lo diciamo da trent’anni ma ora – rileva il ministro per le Riforme – siamo nella crisi economica più profonda da quella del ’29, forse più dura di quella».

Per il ministro «le riforme non sono un’operazione astratta di ingegneria istituzionale ma servono per adattarsi a una situazione che cambia».