Che compiti restano da fare

12 giugno 2013 | 06:14
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Che compiti restano da fare

Dopo “l’amore” raccontato nelle ultime poesie pubblicate in questo blog, ritorna lo sguardo sulla quotidianità e i suoi i gesti comuni.

Piccoli e semplici gesti, capaci di dare valore ad una marginalità individuale, fatta di fragili emozioni come di forti sentimenti, dentro un tempo che scorre inesorabilmente.

Così che la poesia diventa un tentativo di sillabare la giusta misura delle cose attingendo alla biografia personale e collettiva; ripercorrendo, in definitiva, nel gioco della memoria, attimi di vita sparsi in frammenti, detriti e campioni da raccogliere e custodire.

Che compiti restano da fare

A maggio si sta ancora

dentro casa la sera.

Per il resto è come quand’ero bambino

colazione pranzo merenda e cena

dormire al pomeriggio, leggere

leggere avventure e storie

senza aver fatto i compiti di scuola.

Che compiti restano da fare

a questa età: bere acqua,

mangiare senza sale, carezzare le ossa

appassite dall’artrosi, passeggiare

un po’ al sole quando c’è

contare i battiti del cuore,

scrivere dei ricordi e sognare la notte

con la ricchezza di quel poco

che resta, che resta nel cuore

di aurora in aurora.

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