
Il Cognome, cognomen in latino, anticamente indicava una sorta di soprannome, legato ad una caratteristica personale del tizio in questione o ad un evento che lo aveva visto protagonista.
Oggi è l’elemento che ci fa distinguere in mezzo a tanto anonimato del nome. Enzo Caffarelli ha analizzato, in un articolo per Treccani.it, tutte le occorrenze in Italia dei cognomi più impensabili o banali. Le ricerche sono state svolte su dati raccolti dalle pagine gialle (utenti telefonici 1995-2000).
«Nel repertorio dei nomi di famiglia italiani c’è un po’ di tutto. Anche se in vari casi il significato non è propriamente ciò che sembra. Prendiamo le Virtù, oltre 100 cittadini con questo cognome e i Vizi, una decina, i Sentimenti sono una ventina e i Valori oltre 1.500. Umani, Morali e Civili? 200 portatori per ciascuno.
Ebbene, accanto ai numerosissimi signori Pace, Gioia, Speranza e Carità si affermano anche, sebbene rari ma ben documentati, i cognomi Fratellanza, Simpatia, Vanità, Timore, Rispetto, Dolore, Contentezza, Ilarità, Umanità, Odio e Superbia».
Una vasta gamma per tutti i sentimenti, verrebbe da dire. Si legge ancora che «molti sono i signori Gesti e simili. Sono cognomi frequenti Botta, Tocco, Mossa, Pedata, Colpo, Pugno, Salto, Corsa, Saluto, Sorriso, un po’ meno Calcio, Lancio, Bacio, Carezza, Urlo, Passo, Schiaffo, Manata, Caduta. Pochi si chiamano Risata, Solletico, Spintone e Grido». Curioso il caso del cognome Lira: quasi dieci volte più numerose delle famiglie Euro. Che sia un segno del destino?
«E gli strumenti musicali? Il grande Totò, nella scenetta dello scomparto ferroviario, prendeva in giro l’onorevole Trombetta, che chiamava Tromba, Trombone, Contrabbasso, Violoncello e infine presentava come suonatore di clarino». Eppure, nel ventaglio dei ‘io mi rimetto come’, troviamo, per i cosiddetti suonatori, in pole position i Viola, e infine i Gong. Per quanto riguarda i numeri, «il cognome più frequente risulta Quaranta. Migliaia sono anche le famiglie Sette e Cinque, e centinaia hanno per cognome Trenta, Cento, Trentadue, Tredici, Venticinque, Venti, Milioni, Cinquanta, Dieci, Zero e Quarantotto».
Ma anche i «cognomi come giochi reclamano il loro spazio. Le anagrafi sono ricche di Scacchi, Dama, Lotto, Soldatini, Scopone e Calcetto e registrano perfino alcuni Scarabeo, Risico, Canasta e Baccarà. Se poi entriamo nell’ambito della gastronomia ce n’è per tutti i gusti. Possiamo accontentarci dei dolci: Miele è il più numeroso, quasi 6.000 cittadini; oltre i 1.000 anche Crema e Torta, poi Ricciarelli, Gelati, Cassata, Confortini, Caramella e Caramello, Buccellato, Cornetti, Ciambella, Frittella, Zucchero e Zuccherini, tutti con più di 200 portatori. E, ancora, Torrone, Vaniglia, Panna, Zuccotto, Taralli, Amaretti e i rari Sacher, Montebianco, Sorbetto, Cannolo, Cialdoni, Marzapane, Panforte, Maritozzi, Panettone, Savoiardi”. Rarissimi i ‘Millefoglie’, invece. O i ‘Pandoro’. Chissà quanti italiani avrebbero votato alle elezioni un ‘Pandolce’? Non solo riporta a casa il pane, ma non è nemmeno amaro!