Sanità, direttivo di Confindustria a Sulmona

20 giugno 2013 | 18:29
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Sanità, direttivo di Confindustria a Sulmona

E’ stata Sulmona la città che ha accolto ieri il direttivo “itinerante” di Confindustria L’Aquila.

Circa 30 imprenditori sono stati ospitati presso la Casa di Cura San Raffaele dall’ingegnere Pier Luigi Marinelli, direttore Operativo della clinica: qui si sono confrontati con la realtà sanitaria provinciale in un dibattito per il quale sono stati invitati il direttore Generale della Asl 1 di Avezzano, Sulmona, L’Aquila, Giancarlo Silveri, e il nuovo sindaco di Sulmona Giuseppe Ranalli presente per un saluto.

Con 3.500 dipendenti e 650 milioni circa di bilancio il direttivo generale, in forze dal 2009, ha pareggiato i conti di bilancio nell’arco di 2 anni. Agli imprenditori, Confindustria ha raccontato la sua storia nell’Asl, ha descritto la complessità della macchina sanitaria spiegando le tappe attraverso le quali ha ricondotto la gestione nei ranghi dell’efficienza: affidamenti a mezzo bandi di gara per le forniture, trasparenza nelle procedure, sistemi di verifica dei risultati, flow-chart delle responsabilità, programmi di condivisione dei processi e degli obiettivi con tutto il personale. Insomma, l’utilizzo degli strumenti di management necessari per entrare in una logica di gestione imprenditoriale.

«E il pagamento alle imprese?» Hanno chiesto gli imprenditori. «Lo faremmo entro 60 giorni se avessimo disponibilità economica – ha risposto il direttore generale – certo, se le imprese registrassero le loro fatture sul nostro portale dedicato, le pratiche sarebbero più celeri: purtroppo solo il 20% delle aziende si adegua e il sistema amministrativo ne risulta ulteriormente appesantito».

Il presidente Fabio Spinosa Pingue, partendo dalla consapevolezza che l’attuale organizzazione della sanità è figlia di un’era che non c’è più, ha incoraggiato il direttore Generale a procedere nella straordinaria impresa di rendere ulteriormente efficiente la sanità della nostra provincia e di posizionarla nell’ambito regionale ed extraregionale come eccellenza. «Oggi – ha detto – gli utenti sono disposti a percorrere anche molti km per raggiungere i centri qualificati, segno evidente che non solo si può avviare il cosiddetto ‘turismo sanitario’ ma anche diminuire il numero delle strutture. Inoltre, un’eccellenza aumenta l’attrattività del territorio, crea opportunità di crescita e occupazione, ha un effetto qualificante sulle professionalità e sul livello collettivo di conoscenza».

Fabio Spinosa Pingue ha anche motivato il direttivo generale all’adozione del sistema di filiera corta per quanto attiene gli acquisti di approvvigionamento finalizzati al servizio mensa degli ospedali: «l’utilizzo del nostro straordinario patrimonio gastronomico regionale, in luogo di prodotti provenienti chissà da dove, è una ulteriore leva per qualificare ulteriormente sia le nostre strutture ospedaliere che la produzione locale».