Università, «Mancato pagamento del fondo comune»

21 giugno 2013 | 15:58
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Università, «Mancato pagamento del fondo comune»

«In una situazione generale già gravissima di impoverimento dei dipendenti pubblici a causa del blocco dei contratti nazionali e dei tagli ai contratti integrativi, l’Università dell’aquila aggrava le condizioni dei propri dipendenti non erogando i compensi previsti per il mese di giugno.

Una parte importante dell’attività istituzionale dell’ateneo è costituita dalle prestazioni che vengono svolte “in conto terzi”, cioè a favore di soggetti esterni in base a contratti e convenzioni. Una quota di queste entrate economiche, denominata fondo comune, viene distribuita a tutto il personale entro il mese di giugno di ogni anno». Lo scrive in una nota Sonia Bruno della Flc Cgil, Rosaria Bucci della Cisl università,

Maria Rita Massacesi della Snals, Giuseppina Pellegrini dell’Ugl.

«Negli anni prima del terremoto – proseguono – l’erogazione veniva effettuata entro il mese di aprile. Successivamente, per dare una soluzione ai vari problemi che potevano determinare ritardi, è stato stipulato un accordo che fissava al mese di giugno il termine inderogabile per retribuire il personale.

Nei giorni scorsi la delegazione sindacale è stata informata che nei primi giorni di giugno la ragioneria ha comunicato al direttore generale la sospensione dei pagamenti».

«Si tratta di un compenso modesto – spiegano i rappresentanti sindacali – cioè di un fondo di circa 200.000,00 euro da ripartire per 500 persone. Ma abbiamo già detto che la situazione generale è molto difficile e il personale aveva già inserito la cifra nelle spese del bilancio familiare.

L’interruzione delle relazioni sindacali, già comunicata al Rettore, sarà seguita da azioni collettive di protesta perché questo è l’ultimo episodio di un lungo periodo di disattenzione da parte dell’amministrazione verso ogni tipo di compenso economico».

«Perché la ragioneria non ha portato a termine le procedure per i pagamenti? Ci sono problemi di contabilità o di gestione delle risorse? Perché i problemi non sono stati affrontati e risolti nei tempi utili per rispettare le scadenze previste dall’accordo sindacale?

I problemi sollevati dalla ragioneria sono attinenti alla riorganizzazione dell’ateneo, quindi “interni”. Perché non sono stati esaminati nelle sedi deputate? Come è possibile che nuove regole e nuove strutture blocchino il funzionamento ordinario di un ateneo e che nessuno in questi mesi ne sia accorto?». Queste le questioni esposte nella nota a firma dei rappresentanti.

«E’ inaccettabile – concludono – che tutto ciò si traduca in un danno per i lavoratori. Chiediamo che sia fatta trasparenza su tutta la vicenda e che siano individuate con precisione tutte le responsabilità».