
«Siamo stati facili profeti qualche settimana fa quando abbiamo risollevato il problema della restituzione del 60% di tasse, tributi e contributi che sembrava caduto nel dimenticatoio. Ovviamente la spada di Damocle a cui facevamo riferimento a questo punto è caduta e ci si ritrova nella “solita” situazione di mettere una pezza a colore ad un problema che andava affrontato con maggiore fermezza e decisione». A sottolinearlo, attraverso una nota, è il segretario generale di Apindustria L’Aquila, Massimiliano Mari Fiamma.
«L’articolo 35 del Ddl 558 – commenta Mari Fiamma – arriva come una mannaia sull’area cratere, ma non possiamo dire che sia del tutto inaspettato. L’unica novità di rilievo, e non è cosa da poco, è che il Governo mette nero su bianco quello che l’Ue aveva richiesto da tempo senza difendersi, senza difenderci e senza colpo ferire, cercando così di nascondere le pesanti responsabilità della politica».
Secondo il segretario di Apindustria «è stata colpa degli uffici governativi preposti dell’allora governo Berlusconi, che hanno omesso a suo tempo la comunicazione alla Ce, se si era arrivati alla richiesta delle procedura di infrazione, giunta al tempo del governo Monti, per evitare la quale noi, non i colpevoli, siamo stati chiamati all’”onere della prova”, eppure questo particolare sembra sfuggire al governo Letta che se ne lava le mani lasciando la patata bollente a tutti i terremotati d’Italia (Abruzzo, Umbria e Marche, Molise e Puglia), ma “omettendo” alcuni collegi elettorali importanti quali l’Alessandrino, le Cinque Terre e tutte le altre zone vittime di calamità differenti che hanno però usufruito delle medesime agevolazioni. Decisamente bipartisan, nella politica italiana, la caratteristica dell’assoluta incapacità ad affrontare situazioni di emergenza in cui dovrebbe invece emergere la capacità di leadership».
«Adesso però – sottolinea Mari Fiamma – tocca correre ai ripari, rispondendo in modo puntuale alle richieste non più procrastinabili, ma chiediamo che si portino avanti, in modo corale e sinergico, tutte le altre iniziative ancora possibili tra le quali una denuncia, di natura politica e giudiziaria, nei confronti dello Stato italiano che aveva legiferato in materia costituendo di fatto un danno irreparabile all’economia delle zone devastate dal sisma. Non consentiremo a chi ci governa in modo così approssimativo a canzonatorio di farsi vanto dei risibili successi sulla ricostruzione e di nascondere la testa nella sabbia quando creano disastri di pari entità delle calamità che colpiscono i territori di questa martoriata penisola».