Allarme cinghiali: «Provincia in ritardo»

26 giugno 2013 | 14:32
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Allarme cinghiali: «Provincia in ritardo»

«Cinghiali “scatenati” distruggono campi di mais, foraggi e cereali in diversi Comuni della provincia». A lanciare l’allarme è Confagricoltura, che ha richiesto un incontro urgente al presidente della Provincia Antonio Del Corvo per «accelerare la caccia di selezione per contenere i danni che già ammontano a centinaia di migliaia di euro».

«Le procedure burocratiche nella nostra provincia ancora non sono concluse – spiega Stefano Fabrizi, direttore di Confagricoltura L’Aquila – gli uffici purtroppo vanno a rilento nonostante le sollecitazioni arrivate dallo stesso assessorato regionale all’Agricoltura». «Abbiamo informazioni che la provincia di Pescara è già partita con le attività di selecontrollo necessarie ad arginare il fenomeno che sta mettendo in ginocchio gli agricoltori – aggiunge Fabrizi – Purtroppo la provincia dell’Aquila dimostra di non essere più in grado di esercitare questa delega a causa della carenza di personale. E’ ora di riconsegnare questa competenza alla Regione».

«Siamo esasperati e anche preoccupati per la carenza di fondi in bilancio per il ristoro dei danni – afferma Vinicio Blasetti, presidente della sezione zootecnica provinciale di Confagricoltura – gli assalti dei cinghiali non si contano più, la Provincia deve intervenire immediatamente con abbattimenti selettivi a più ampio raggio».

Negli uffici di Confagricoltura sono arrivate richieste di aiuto da Massa D’Albe, Villa San Sebastiano, Poggetello, Vittorito e dalla Valle Subequana, in pratica dall’intera provincia dell’Aquila. «Intanto Confagricoltura – informa l’associazione – per tutelare i propri associati, ha dato mandato ai propri avvocati di dare applicazione alla legge 157 del 1992 che all’articolo 15 stabilisce che chiunque possegga un fondo utilizzabile a fini venatori, dove i cacciatori sono autorizzati ad entrare anche contro la volontà del proprietario, ha diritto ad un rimborso per la penalizzazione che gli deriva da tale servitù. L’ammontare annuo di tale rimborso mediamente vale dai 70 ai 150 euro per ettaro e si possono richiedere gli arretrati con gli interessi relativi agli ultimi 10 anni». «Tale procedura – concludono i portavoce di Confagricoltura – è stata già riconosciuta dalla Regione del Veneto, che ha dichiarato che rispetterà tale obbligo appena saranno stati precisati i valori economici per calcolare gli importi per le singole richieste».