
di Antonella Calcagni
Non sembrano ancora maturi i tempi per un provvedimento anti-calamità, che consenta cioè ai Paesi non solo italiani, ma di tutta l’Europa di poter derogare il patto di Stabilità. La proposta del sindaco Massimo Cialente a Bruxelles è stata accolta senza entusiasmo e con un sano egoismo.
Senza deroga al Patto sarà impossibile attivare di nuovo il mutuo con la cassa depositi e prestiti o lavorare su qualsiasi discorso di anticipazione bancaria. Allora si lavora si fantasia.
Il piano B è il frutto dell’economia creativa, nel senso buono del termine, di Mossler. Senza passare per anticipazioni dirette si lavorerebbe solo sul credito di imposta. In sostanza tramite un accordo Abi e attraverso un’adesione volontaria, la banca anticiperebbe allo Stato il credito di imposta; una liquidità che sarebbe subito girata nelle casse del Comune o dei cittadini. Per lo Stato sarebbe una sopravvenienza di Bilancio. Si tratta di un piano che potrebbe avere tuttavia dei limiti soprattutto legati al fatto che la Costituzione non prevederebbe anticipazione di tasse che ancora non sono state quantificate.
In cantiere anche un’alternativa che passa per l’accensione da parte dell’Abi di un mutuo a 40 anni per 8 miliardi.
La questione è dunque sul tavolo dell’Europa insieme all’altro bubbone sulla restituzione delle tasse al 100%. Un pool di europarlamentari è già al lavoro, mentre lunedì la presidente della Camera, Laura Boldrini sarà in città per incontrare le categorie produttive dalle 14.30 alle 16.
A cosa è servita dunque la missione a Bruxelles? In primo luogo si è trattato di un’audizione tesa a dare la possibilità al sindaco Massimo Cialente di chiarire la questione degli alloggi del progetto Case. Se è vero, insomma, che saranno immessi sul mercato. Il sindaco ha dato la sua parola che non saranno venduti, ma solo dati in locazione per consentire il pagamento della manutenzione, senza guadagni, però per il gestore. Sentenzia l’Europa rimangiandosi le minacce sulle procedure di infrazione.