
di Marcello Spimpolo
Si è svolta ieri sera nella splendida cornice della sala Giubileo del complesso monumentale del Vittoriano, a Roma, l’inaugurazione della mostra “L’Aquila, volti e segni di un terremoto” del noto fotografo aquilano Roberto Grillo.
Dinanzi ad una folta platea di pubblico, formata da aquilani e non già presenti nella Capitale a cui si sono aggiunte persone giunte dall’Abruzzo con auto private e con due autobus organizzati appositamente, l’artista ha tagliato il nastro della sua personale accompagnato dalle presenze e dai discorsi di Gianni Letta, della senatrice aquilana Stefania Pezzopane, di Alessandro Nicosia, organizzatore della mostra attraverso la sua “ComunicareOrganizzando” e del critico d’arte Chiara Strozzieri, curatrice della stessa.
Letta e la senatrice Pezzopane hanno ringraziato Grillo per le sue foto, per le emozioni che danno e per il fatto di continuare, col suo lavoro, a tenere L’Aquila al centro dell’attenzione nazionale. Entrambi hanno sottolineato come con questa mostra il fotografo aquilano faccia un salto di qualità, parlando di questo dramma non attraverso le immagini della città martoriata, ma attraverso i volti dei suoi concittadini che diventano la trasfigurazione dei palazzi, delle chiese e delle vie cittadine.
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La mostra è suddivisa in tre sezioni. Nella prima, ai fotografati è stato chiesto di tornare con il pensiero alle 3.32 del 6 aprile. «Ho fotografato le loro reazioni emotive con una tecnica semplice che io definisco “da fototessera”, su fondo bianco, con inquadratura e illuminazione costanti», spiega Grillo.
«Nella seconda sezione – aggiunge il fotografo – ho rappresentato le stesse persone su fondo nero, a luce libera, usando particolari tecniche (mai intervenendo in postproduzione, però) secondo le sensazioni che provavo fotografandoli. I fotografati da “soggetti” passano quindi ad essere “oggetti” della mia interpretazione».
Nella terza sezione, con foto più grandi rispetto alle altre due, sono esposti dei ritratti molto stretti e stampati in modo da mettere in risalto le rughe e i lineamenti dei volti, su cui, successivamente i fotografati hanno scritto “fisicamente” delle parole.
«Ho chiesto ai soggetti di pensare a 6 o 7 parole che parlassero del “loro” terremoto, del “loro” presente e del “loro” futuro e di scriverle poi sui propri volti – ha spiegato Grillo – in modo che le loro emozioni rimanessero stampate sui segni del viso».
Citando il critico Strozzieri, «un’operazione altamente culturale, artistica. Perchè Roberto Grillo non è un fotoreporter, o meglio non lo è più, è un vero e proprio artista che in una mostra fotografica è riuscito a parlare dell’Aquila e del terremoto senza una sola foto dell’Aquila e delle sue macerie». In conclusione, Nicosia ha annunciato che si sta lavorando affinchè, in autunno, la mostra diventi itinerante lungo il territorio nazionale.
«Sono molto soddisfatto di come sia andata l’inaugurazione – ha commentato Grillo – soprattutto perché le persone hanno percepito esattamente questo mio passaggio di stile che pare sia piaciuto molto. E’ un enorme piacere vedere che quello che volevo trasmettere sia arrivato».
«Non so ancora quale saranno le prossime tappe – ha concluso – è chiaro che mi piacerebbe poterla portare a L’Aquila che è e rimarrà sempre la mia principale fonte di ispirazione».
La mostra rimarrà aperta fino al prossimo 18 luglio, tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30, ad ingresso libero.