
«Ringraziamo il presidente della Camera per aver accolto l’invito di venire all’Aquila, abbiamo ottenuto con fatica un miliardo e duecentomila euro per sei anni e questo risolve il problema per il 2013, ma non c’é nulla dal 2014 fino al 2019, quindi il nostro cronoprogramma per ricostruire è vuoto». Lo ha detto il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente facendo il punto della riunione privata con il presidente della Camera, Laura Boldrini.
«Abbiamo l’impressione che la vicenda L’Aquila sia stata collocata in un punto molto basso dell’agenda di Governo viste le grandi questioni sul tappeto come quelle dell’Imu e dell’Iva. Nel 2014 – ha proseguito – abbiamo bisogno di un miliardo e 800 milioni, e poi per gli anni successivi di un miliardo l’anno, e al Governo abbiamo anche proposto due soluzioni: una con la cassa depositi e prestiti, come in Emilia, con l’erogazione di un miliardo l’anno; l’altra in accordo con l’Abi, per un prestito da parte della Bei con la restituzione in 40 anni».
Un ordine del giorno della Camera dei Deputati che inviti il Governo a impegnarsi con l’Ue perché le risorse destinate all’emergenza e alla ricostruzione delle zone terremotate «non vengano conteggiate nel patto di stabilità». E’ una delle azioni concordate dal sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, con il presidente della Camera, Laura Boldrini.
«E’ incredibile – ha detto Cialente – che nel debito pubblico vengano ricomprese le spese per le ricostruzioni. Come se i terremoti fossero considerati un errore politico».
«Mi atterrò alle mie prerogative, spetta poi ai deputati difendere il proprio territorio». Così la presidente della Camera, Laura Boldrini, in visita nel centro storico della città distrutta dal sisma del 2009, in merito all’ordine del giorno con il quale si vuole invitare il governo a impegnarsi nei confronti dell’Unione Europea per defalcare le risorse destinate alla ricostruzione dal patto di stabilità.
«Dia una mano al nostro sindaco». E’ questa la sollecitazione che un cittadino ha rivolto al presidente della Camera, Laura Boldrini, in visita nel centro storico dell’Aquila proprio davanti alla Prefettura, uno dei simboli dei danneggiamenti provocati dal tragico sisma del 6 aprile 2009.
«Il sindaco sta facendo bene – ha replicato la presidente della Camera – e mi pare che abbia le idee molto chiare su come procedere. Da parte mia c’é il desiderio di ascoltare le istanze della popolazione e contribuire per essere utile».
In riferimento al giro tra le rovine del centro storico, la presidente della Camera ha sottolineato che i centri storici sono il cuore, l’anima di ogni città, e in tal senso ha chiesto informazioni al sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, sulle attività commerciali in centro storico e sul numero di abitanti.
Davanti ai giornalisti la presidente della camera ha ribadito che le istituzioni devono stare vicine ai cittadini che soffrono: «quando il sindaco mi ha invitato, ho ritenuto un dovere essere qui», ha detto. All’inizio della visita la presidente della Camera ha preso un caffé nello storico Bar Nurzia, primo locale a riaprire nel centro, invitando i proprietari ad avere coraggio e tenere duro.
«L’Aquila non sarà né il Belice, né l’Irpinia, nonostante gli errori della politica e una certa insensibilità delle istituzioni». A rivolgere queste parole al presidente della Camera, Laura Boldrini, il presidente del Consiglio comunale del capoluogo abruzzese, Carlo Benedetti, nel corso dell’incontro con il Consiglio.
«L’Aquila – ha continuato Benedetti – non è un debito per l’Italia ma una opportunità economica e di rinascita per il Paese. Abbiamo il diritto sacrosanto di essere trattati come italiani». La visita del presidente Boldrini sta prosegue per le vie del centro storico ancora danneggiato dell’Aquila.