
di Gioia Chiostri
Una domenica sera vibrante, colma di note e parole. Questa la sintesi della serata di ieri, dedicata ai talenti marsicani, che si è rivelata un grandissimo successo di pubblico e non solo.
Al prezzo di 5 euro – devoluto in beneficenza al reparto di pediatria dell’Ospedale di Avezzano, sotto la direzione del dottor Italo Cipollone – gli avezzanesi hanno potuto godere uno spettacolo musicale di prim’ordine. Dalla tribuna, o dal prato, che fa sempre più concerto, l’evento artistico ha entusiasmato grandi e piccini.
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Due presentatori d’eccellenza, Roberta Valerio e Pierluigi Oddi, hanno spiegato di come Life in Marsica sia «uno spettacolo all’insegna dei talenti della zona, un maniera di dimostrare che anche questo sperduto fazzoletto di terra maturi bei frutti di qualità» e di come il 2013 sia l’anno zero di questa grandiosa macchina che nel motore ha la bravura.
«Ogni anno – è stato spiegato durante la serata – questa manifestazione verrà ripetuta e verrà scelto un destinatario sempre diverso per la beneficenza. Tutto questo grazie alle menti ideatrici di Gianni Paris, Filippo Morelli e Francesco Di Cicco, che hanno scelto di trasformare lo stadio in un grande palco e la Marsica in una fucina di talenti musicali. E noi avezzanesi, di talenti ne abbiamo proprio tanti».
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Il primo gruppo ad esibirsi è stato il gruppo ‘Ruth 66‘. «Un complesso formato da artisti giovanissimi, che suonano assieme da solo un anno e mezzo», così li ha presentati Roberta Valeri. Suonano musica anni ’80 e ’90 e la voce che dà l’energia al gruppo è di Giulia Stirpe, da poco maggiorenne. Il nome è stato scelto per via del legame con il mondo del rock americano, questa via ne è praticamente l’emblema. Ha preso possesso del palco, poi, un gruppo musicale estremamente poliedrico, nato nel 2012 dall’unione di persone molto diverse tra di loro, i ‘The Black Jack Ink‘. Padre e figli hanno suonato assieme il rock più puro scatenando brividi nel pubblico seduto in tribuna.
«Il Life in Marsica è una manifestazione nuovissima con uno scopo ben preciso da sostenere. Ho ascoltato molti artisti presenti ed io, essendo la più piccola e quella con meno esperienza, ho cercato di prendere quanti più accorgimenti per arricchirmi. Sono stata contentissima di partecipare e di essermi messa a confronto con altri musicisti; ha rappresentato un’esperienza in più, uno stimolo a fare meglio e una giornata passata in maniera piacevole». Queste le parole della cantante dei Valery, considerata a tutti gli effetti e presentata dalla Valerio come «la rivelazione della Marsica: una voce d’altri tempi, un’anima piena di determinazione». «Sono stata invitata a cantare all’evento Life in Marsica da Francesco Di Cicco – ha aggiunto l’artista – bravissimo musicista che conosco molto bene. Io, con naturalezza e curiosità, ho ovviamente accettato. Penso che l’unico motivo che abbia spinto Francesco ad invitarmi sia stata la stima reciproca che abbiamo l’una dell’altro e la volontà di ascoltare di nuovo il mio singolo “[i]Chiamami stupida[/i]” arrangiato anche da lui, che è l’organizzatore della manifestazione musicale. I brani che ho cantato sono stati il mio inedito “Chiamami stupida” scritto per me da Francesco Sportelli e “[i]Vedrai Vedrai[/i]”, di Luigi Tenco, in una versione piuttosto originale che lascia assaporare la musica r’b. la scelta di questo arrangiamento è stata pensata insieme al batterista Fabio Colella».
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È stata poi la volta di Francesco D’Ascanio, che ha cantato ‘[i]Imagine[/i]’, di Jhon Lennon, facendo leva su una voce sublime. Pur essendo un non vedente, D’Ascanio suona il pianoforte, la chitarra e sta lavorando ad un cd. E’ stato ospite anche a Capistrello, suonando in occasione della festa patronale.
Life in Marsica si è rivelata una una grande luna fortunata nel cielo di ogni artista della zona: «Considero un’iniziativa simile di grande valore per la cultura marsicana. In fondo, la musica è il linguaggio base della comunicazione e perciò quale iniziativa migliore per sensibilizzare e stimolare le persone alla beneficenza? Poi Avezzano, in questo periodo più che mai, ha avuto una discesa culturale evidente ed ha escluso sempre di più le iniziative musicali. Questo evento segna per la nostra terra una grane battaglia vinta: quella del talento, dell’arte, e dell’emozione sana, che fa sognare», ha concluso Valery, commentando una domenica sera in balia della sonante follia.
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