
di Gioia Chiostri
A Su Pallosu, splendida costa della Penisola del Sinis, a circa venti chilometri da Oristano, e frazione marina più piccola d’Italia con appena otto residenti, appartenente al Comune di San Vero Milis, accade uno straordinario connubio uomo – natura. È in quest’angolo di paradiso che nel giro di sei anni hanno trovato dimora i così detti ‘gatti marini’. Sono i gatti della colonia felina che ha reso popolare quest’ombra di mondo, diventati celebri grazie all’intuizione di Andrea Atzori e Irina Albu.
La loro presenza si fa risalire addirittura alla fondazione della tonnara nel 1920 e sono man mano divenuti un’attrazione irresistibile per ambientalisti e amanti dei gatti, insomma, un esempio perfetto di sviluppo turistico sostenibile.
{{*ExtraImg_146728_ArtImgRight_300x192_}}«La protezione dell’Unesco è al momento una nostra aspirazione. I gatti vanno in spiaggia, ma non vivono solo in spiaggia – ha commentato Andrea Atzori, uno dei due responsabili – è, infatti, una delle migliaia di colonie di fatto esistenti in Italia senza alcun riconoscimento. E come tante se ne possono magari trovare nei condomini delle città, questa si trova, invece, in una località balneare. Con i gatti si convive benissimo. A Su Pallosu abitano tutto l’anno meno di dieci persone».
Una realtà, quindi, nota e vissuta con costanza: ma, ovviamente, non è tutta crocchette e carezze affettuose. Pescatori di vecchia generazione, tutt’ora viventi, si ricordano di come i felini siano approdati su questi lidi in concomitanza con l’apertura dell’attività da pesca del tonno, durante il 1920. «Probabilmente anche prima – ha aggiunto il signor Atzori – Fino agli anni ’90 Su Pallosu aveva un villaggio di oltre 300 baracche e casotti e i gatti stazionavano in quell’area amati da tutti».
La vita per gli animali, la vita investita ad amarli e accudirli, sembra essere una vita ben spesa, come d’altronde ci tiene a dire Andrea Atzori: «La nostra esperienza è la nostra vita. Siamo residenti a Su Pallosu da ormai sette anni e conviviamo con 50 gatti, seguiti sanitariamente 24 ore su 24 e con un controllo rigido delle nascite; inoltre abbiamo fatto eseguire 45 sterilizzazioni tra maschi e femmine senza alcun aiuto pubblico». Ma laddove nasce forte la passione, prima ancora nasceva il disagio, «anzi due, se vogliamo – ha detto Atzori – anzitutto la totale assenza delle amministrazioni pubbliche: il Comune ha rigettato la richiesta di riconoscimento della Colonia con motivi pretestuosi tanto che a breve presenteremo un ricorso straordinario al Capo dello Stato contro questa decisione. La colonia è conosciuta in tutto il mondo, ma l’attuale amministrazione non l’ha voluta riconoscere. E poi la mancata messa in sicurezza della strada che si trova all’interno della colonia. Nonostante le nostre continue richieste di avere cartelli rallentatori-dissuari e la riduzione del limite di velocità, l’amministrazione comunale non ha fatto nulla. E le macchine, o meglio qualche pirata della strada che sfreccia ad oltre 100 chilometri orari in pieno centro urbano, spesso falcia i felini che passano sulla carreggiata e questo non è accettabile».
{{*ExtraImg_146729_ArtImgLeft_300x190_}}E i privilegi? «Se fare il bagno in mare attorniato da gatti può essere considerato un privilegio, direi tanti. Ma sicuramente non siamo stati con le mani in mano: abbiamo inventato il turismo felino. Da quando siamo su Facebook, gruppi di visitatori arrivano appositamente a Su Pallosu abbinando le loro due passioni: mare e gatti. Lo scorso anno oltre 3000 persone hanno visitato la colonia e firmato il registro delle presenze. Per quanto concerne i guadagni, per ora nessuno. Ci reggiamo completamente sull’autofinanziamento e sul volontariato».
Una storia che sa di amore, lotta per la vita, cura e attenzione verso il prossimo, anche se questo prossimo ha quattro zampe e un bel paio di artigli affilati.