
di Antonella Calcagni
La guerra delle cifre continua sugli alloggi vuoti del Progetto Case di cui si è parlato ancora una volta ieri in commissione Garanzia e controllo durante una seduta all’insegna del nervosismo e dell’aggressione verbale. In ballo c’è non solo la credibilità del settore, ma dell’intera amministrazione, per questo la commissione all’unanimità ha stabilito che si deve correre ai ripari.
Per il settore dell’assistenza alla popolazione gli appartamenti del progetto Case vuoti sono 23, secondo quanto riferito dalla dirigente Patrizia del Principe. Una cifra che contrasta con quanto si evince dai primi numeri del censimento fatto da un Comitato civico e riferiti ieri dal consigliere Enrico Verini. Il censimento fai da te, ha preso in esame 41 piastre su 185, ossia solo 4 progetti case su 19. Sono 27 per loro gli alloggi vuoti.
Poi un colpo di scena: quando l’assessore Pelini il 12 aprile 2013 diceva che c’erano zero alloggi vuoti, il presidente della V commissione, Raffaele Daniele, dimostra che ce n’erano ben 25 liberi. Ancora una volta l’assessore Fabio Pelini ha parlato di “armi spuntante” ammettendo, in tandem con la dirigente, il cattivo funzionamento della Banca dati emergenza.
«A breve la situazione – spiega Pelini- tornerà sotto controllo». Una circostanza che tuttavia tutti i commissari hanno mostrato di digerire male, soprattutto alla luce delle ripercussioni che questo dato provoca sul pagamento dei condomini e delle bollette (Ettore Di Cesare).
Alessandro Piccinini ha bacchettato la dirigente «le cui parole – ha detto – mi hanno fatto cadere le braccia». A Pelini: «E’ il caso che si dimetta anche se lei sta facendo da parafulmine. Dove sono i vincitori del concorsone? I controlli vanno fatti con criteri scientifici».
Pelini ha descritto la difficoltà a reperire gli alloggi vuoti soprattutto per la carenza di personale che effettui i controlli. «Dopo tre controlli – ha spiegato – si avvia la procedura di revoca; poi l’assegnatario ha diritto alle contro deduzioni. Ricordo inoltre che c’è una sentenza del Tar che ha stabilito il diritto di ogni assegnatario ad utilizzare l’alloggio così come usava la casa principale, anche solo nel week-end».
C’è poi anche l’altra faccia della medaglia, ossia degli assegnatari che non si sentono “in carcere”, alla luce del fatto che sono costretti a comunicare ogni allontanamento superiore ai sette giorni.
«Se il problema è la Bde – ha osservato il consigliere Giustino Masciocco – convocherò il Sed in commissione Bilancio per capire dov’è l’inghippo». Un ostacolo che passa per le 150 persone decedute che figurano ancora nell’anagrafe degli assegnatari.
Enrico Perilli ha rilevato che il problema delle banche dati è diffuso, non riguarda solo l’assistenza. «Lo stesso si è verificato sull’Urbanistica. Se non si risolve il problema a breve sarà un fallimento politico». Per Perilli sul piatto bisogna mettere però tutto l’operato dell’assessore.