Centrale a biomasse: «90 posti di lavoro»

8 luglio 2013 | 10:51
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Centrale a biomasse: «90 posti di lavoro»

«Passa anche tramite quest’iniziativa industriale che rispetta gli standard di qualità ambientali dell’Aquila la crescita e lo sviluppo che da tempo promuoviamo». Il presidente di Confindustria L’Aquila, Fabio Spinosa Pingue, commenta così la recente apertura del cantiere per la realizzazione dell’impianto a biomasse di Bazzano.

«Questo investimento in fonti energetiche rinnovabili – aggiunge – è un passo importante per la rinascita del nostro territorio perché riduce i fattori di inquinamento legati alla produzione di energia da fonti tradizionali, permettendo alla città di raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale che si è data. Da tempo insistiamo sulla cultura della tutela dell’ambiente e dello sviluppo eco-compatibile, inserendo questi concetti in un contesto di mercato e competitività e promuovendo annualmente il Premio Confindustria Abruzzo Green per stimolare idee, soluzioni e modelli organizzativi con una mentalità green condivisa. L’iniziativa di Futuris Aquilana Srl sarà soprattutto un elemento capace di attrarre altri investimenti industriali che contribuiranno alla rinascita del nostro territorio produttivo e dell’occupazione. In città devono tornare gli investimenti e dobbiamo incentivare soprattutto quelli che siano coerenti con un modello di sviluppo sostenibile e che rilanciano la vita sociale e l’identità di una città importante come la nostra. Dobbiamo fare in modo che l’Aquila torni a creare lavoro e occupazione».

Confindustria L’Aquila, attraverso una nota, informa che «la realizzazione di questo impianto, proposto da Futuris Aquilana srl, il cui investimento è di circa 30 milioni di euro porterà ad un indotto occupazionale di circa 90 persone, di cui 12/15 addetti all’impianto e i restanti 70/80 destinati alla filiera di approvvigionamento per la fornitura della biomasse necessarie per il funzionamento della centrale. Oltre alle persone impiegate nelle fasi di cantiere: circa 50 persone per due anni».

«L’impatto economico generato dalla realizzazione della centrale – prosegue la nota – costituirà un volano di crescita anche per le altre attività economiche presenti sul territorio con un effetto moltiplicatore dell’attività economica locale. Questo meccanismo incentivante dell’indotto economico ed occupazionale riguarderà principalmente le attività collegate al processo di approvvigionamento delle biomasse, il settore della logistica, della meccanica e quello legato alla manutenzione meccanica e strumentale».

Anche i rappresentanti delle tre principali associazioni sindacali confederali aquilane sono consapevoli che con le sole politiche di rigore il Paese non può risolvere i problemi e che sia necessario cambiare le politiche economiche e sociali e promuovere uno sviluppo industriale sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale.

«La Cgil – commenta il segretario provinciale Umberto Trasatti – è pronta ad aderire a qualsiasi iniziativa che ponga al centro le questioni di ripresa socio-economica del territorio a sostegno di un modello occupazionale stabile e di qualità, nel pieno rispetto dell’ambiente e del coinvolgimento e condivisione delle realtà locali. E’ dall’Aquila che si deve partire se si vuole dare una prospettiva occupazionale ed economica all’intera Regione». Concorde anche Paolo Sangermano, segretario provinciale Cisl che afferma: «non c’è più una sola zona nell’intera regione che non sia in crisi e se questo è un primo passo per mettersi in moto noi siamo d’accordo. È importante anche la ricaduta sul territorio: le biomasse saranno fornite da operatori locali e reperite in territorio provinciale con benefici per gli agricoltori ed i lavoratori del settore». Per Michele Lombardo, segretario provinciale Uil «la questione lavoro, sviluppo e crescita rimangono centrali. È necessario trovare dei traini che riportino al rilancio di quest’area duramente colpita dalla crisi. È necessario rilanciare gli investimenti anche dei privati sul territorio abruzzese ed in particolare sul comprensorio aquilano».

«L’azienda – conclude la nota di Confindustria L’Aquila – si è impegnata in favore di una “politica concreta del fare” in linea con le politiche sociali e del lavoro che attualmente il Paese adotta, rendendosi disponibile a dare priorità alle risorse umane locali».