Centrale a biomasse: «Polemiche sterili»

8 luglio 2013 | 15:40
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Centrale a biomasse: «Polemiche sterili»

«Riteniamo pretestuose, sterili e oscurantiste le prese di posizione di comitaticchi e di rappresentanti politici che rappresentano solo se stessi e i loro interessi contro ogni tentativo di far crescere questo territorio con iniziative che portano sviluppo e creano occupazione». A sostenerlo, attraverso una nota, sono i portavoce del comitato civico ‘L’Aquila per lo sviluppo’.

«Leggiamo con stupore – prosegue la nota – che viene osteggiata dal Consiglio comunale dell’Aquila e da movimenti di opinione, la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica dalla combustione di residui vegetali che dovrebbe sorgere nell’area industriale di Monticchio. La nuova struttura dovrebbe dare occupazione a circa 50 lavoratori, sia in fase di realizzazione che in quella gestionale e nessuno più di noi aquilani, in questo momento, ha più bisogno di lavoro».

«In altre realtà meno polemiche e litigiose – si legge ancora nella nota – impianti di tal natura insistono nella vicinanza di grossi centri abitati e nessuno si è mai sognato di levare gli scudi contro strutture di produzione energetica sicura, rinnovabile e a basso costo, quali sono gli impianti a biomasse. E’ facile criticare con la pancia piena ogni iniziativa ergendosi a paladini della salvaguardia dell’ambiente: la realtà è diversa e ben lo sanno i giovani in cerca di prima occupazione e le persone rimaste senza lavoro. E’ verso costoro che amministratori e cittadini debbono rivolgere ogni loro attenzione, pur nel rispetto della legalità e di ogni garanzia a tutela dell’ambiente. Se c’è una cosa che possiamo suggerire a chi si occupa della gestione del territorio, è quella di vigilare sulle fasi di realizzazione dell’impianto e successivamente sulla tipologia dei materiali vegetali che saranno combusti.

Per il resto, non possiamo che salutare con soddisfazione una iniziativa destinata a produrre energia pulita, rinnovabile e a basso costo e per di più in grado di dare occupazione a circa 50 persone».