Orso ucciso, «Dopo episodi criminali misure drastiche»

8 luglio 2013 | 18:10
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Orso ucciso, «Dopo episodi criminali misure drastiche»

«Con il ritrovamento dell’ultimo orso ucciso da arma da fuoco nelle Mainarde molisane dobbiamo registrare la perdita di un altro prezioso frammento di Dna della ridotta popolazione di orso bruno marsicano». Così Corradino Guacci della Società di Storia della fauna commenta l’uccisione dell’orso Stefano nel versante molisano del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise.

«Il ripetersi di episodi criminali sempre più ravvicinati nel tempo impone di rompere gli indugi e adottare drastiche misure di conservazione».

«Torniamo a ribadire che è quanto mai urgente, in aggiunta all’implementazione delle misure di tutela attiva sul territorio – aggiunge Guacci – costituire una banca del seme dell’Orso Bruno Marsicano e avviare immediatamente una valutazione tecnico-scientifica di un programma di conservation breeding che sia di supporto alla futura espansione dell’attuale popolazione in altre aree idonee a un’eventuale colonizzazione».

COMMISSARIO PARCO, E’ STATO BRUTALE AGGUATO – «Una delle ipotesi – aggiunge il commissario – è che il Parco dia fastidio, con tutti i suoi vincoli, la chiusura di alcune strade e provvedimenti di vario tipo. C’é chi per principio è contrario al parco, ma, al momento, è presto per poter dire chi sia stato e perché. Di atti di bracconaggio, purtroppo, nel parco ce ne sono sempre stati; negli anni ’80 accadevano cose terribili, ma poi la situazione è cambiata, la sensibilità è aumentata e non vorrei assolutamente che si tornasse al passato».

«Ora sarà la Procura ad assegnare le dovute indagini al Corpo forestale dello Stato e alle guardie del parco. Sentiremo persone, approfondiremo e ci informeremo – sottolinea il commissario – Ieri, per tutta la giornata abbiamo portato avanti attività di indagine e abbiamo ascoltato tutte le persone e gli escursionisti presenti in zona».

Rossi sottolinea infine la situazione di incertezza dovuta al commissariamento del Parco e alla mancanza di un consiglio direttivo. «Episodi di questo tipo – conclude – sono accaduti spesso in periodi di mancanza dei vertici dell’ente».